La storia di un giocatore iconico narrata da un artista poliedrico: giornalista, telecronista sportivo, scrittore.
Michael Jordan, un giocatore iconico come pochissimi altri nella storia del basket e in generale dello sport mondiale. Dall’esordio in Nba nel 1984 fino al ritiro nel 2003, Jordan ha segnato un’epoca con il suo talento e il suo carisma, arrivando a ridefinire il concetto di eccellenza sportiva. Vincitore di due ori olimpici e medaglia d'oro ai Giochi Panamericani nel 1983 e ai campionati americani di Portland nel 1992, Michael Jordan, dopo tre campionati con l'Università della Carolina del Nord e il tiro vincente nella finale Ncaa, inizia la sua folgorante carriera con i Chicago Bulls e quando arriva nella Lega riesce sin da subito a far capire a campioni dello spessore di Magic Johnson e Larry Bird quale sia la sua pasta, nonostante la giovane età. Una cavalcata che lo porta a vincere sei titoli Nba e ad infrangere record individuali e di squadra: numeri che raccontano soltanto in parte però la grandezza di un personaggio definito dal sito della Nba come “il più grande cestista di tutti i tempi”, difficile da limitare e restringere all’interno del recinto delle statistiche.
La storia di un atleta e un uomo straordinario rivive sulla scena sul palco del Forte di Bard per la rassegna Estate al Forte di Bard 2025, venerdì 22 agosto, alle ore 21.00, in un racconto avvincente con la cifra del celebre cronista sportivo - che si definisce un “baskettaro nell’anima” - accompagnato al pianoforte dal Maestro Alessandro Nidi. Nel racconto si intrecciano note biografiche e trionfi sul parquet, sullo sfondo dell'America degli Anni Sessanta fino alle soglie del Terzo Millennio. Stella mondiale del basket, con una breve parentesi non altrettanto fortunata sui campi da baseball, Michael Jordan è poi diventato anche un imprenditore di successo, grazie alle leggendarie calzature a lui ispirate.
"Michael Jordan - racconta Buffa - è un'icona del '900, ma il fatto che i ragazzi di oggi conoscano il suo nome e le sue imprese rispecchia la sua grandezza e la fama planetaria di un atleta e un uomo straordinario, uno dei più grandi campioni di tutti i tempi. Il fatidico Number 23, scelto perché corrispondeva alla metà di 45 - il numero della maglia del fratello Larry - è ormai il simbolo di una bravura ai limiti dell'umano, di un dominio psichico su tutti i ventotto metri del campo, con una visione registica nel dare respiro e slancio alla squadra rivelatasi vincente. Nell'antichità i Giochi Olimpici erano pensati per ottenere il favore degli dei, adesso gli dei sono quelli che partecipano ai giochi. Lo sport come la danza e altre forme d'arte legate al gesto, è universale e comprensibile a tutti, rappresenta il nuovo esperanto".
Una produzione IMARTS con l’organizzazione di Dimensione Eventi.





