La scena è paradossale, ma tristemente familiare. Il Comune di Aosta convoca le Associazioni dei Consumatori per discutere un problema serio, serissimo: centinaia di multe inviate in modo irregolare tramite la piattaforma SEND, con modalità che violano l’articolo 201 del Codice della Strada. Un pasticcio che sta facendo impazzire cittadini onesti, costretti a pagare e poi, se vogliono giustizia, a ricorrere di tasca propria. Ma all’incontro – atteso da mesi e sollecitato dalle stesse associazioni – non si presenta nessun rappresentante politico.
Giunta evaporata. Assessori volatilizzati. onsiglieri assenti. Al loro posto, solo tecnici: il comandante della Polizia Locale, un legale comunale, qualche funzionario senza potere decisionale. "Forse gli amministratori sono già al mare", dicono ironicamente i rappresentanti delle associazioni. Ma la verità è più amara: sono già proiettati verso le elezioni regionali, e dei problemi dei cittadini – quelli veri, che tolgono il sonno e svuotano il portafoglio – non importa più nulla.
L’incontro del 1° agosto, ufficialmente convocato dal gabinetto del sindaco, doveva servire a fare il punto sulla situazione e a presentare le misure che l’amministrazione comunale intendeva adottare per sanare il caos delle notifiche. Ma è finito nel nulla. “È stato un incontro farsa”, denunciano le Associazioni dei Consumatori della Valle d’Aosta, “i tecnici ci hanno raccontato cosa è stato fatto finora dal punto di vista procedurale, ma nessuno ha parlato di soluzioni, di tempi, di rimborsi. Nessuno ha assunto responsabilità politiche.”
Eppure di tempo ce n’è stato. E pure di promesse. In questi mesi l’amministrazione comunale aveva garantito ascolto, dialogo, rapidità. Ma alla prova dei fatti – e dei verbali – è tutto naufragato nel più colpevole immobilismo. La macchina burocratica, tanto invocata per coprire la latitanza dei vertici, ha fatto il suo compitino. Ma la politica, quella vera, si è data alla macchia.
"È una scorrettezza istituzionale grave – accusano le associazioni – prima ci convocano e poi disertano. Non è un atteggiamento degno di un Comune capoluogo, né rispettoso nei confronti di chi rappresenta i diritti dei cittadini". Ma questa, purtroppo, è solo l’ennesima dimostrazione di come funziona il Palazzo: quando c’è da prendere decisioni scomode, spariscono tutti. Ma quando c’è da candidarsi, sono in prima fila con il sorriso stampato e lo slogan pronto.
Nel frattempo, i cittadini restano soli. Chi ha ricevuto una sanzione, spesso nemmeno notificata nei tempi previsti, deve prima pagare, poi tentare un ricorso affidandosi a un avvocato. Una corsa a ostacoli ingiusta e costosa. E se si sbaglia qualcosa nel procedimento, addio rimborso. Nessuna sanatoria, nessuna sospensione dei pagamenti, nessuna apertura concreta. Solo parole, rimbalzi di responsabilità e silenzi tombali.
Le Associazioni dei Consumatori, che hanno raccolto decine di segnalazioni e proteste, sono furiose: “La politica non può continuare a giocare con la pelle dei cittadini. Chi ha governato deve rispondere, non sfilare verso le Regionali facendo finta di niente.” E qui sta l’altra faccia della medaglia. Mentre il Comune va a pezzi e la fiducia dei cittadini cola a picco, alcuni degli attuali amministratori comunali sono impegnati a farsi candidare per le elezioni regionali del 28 settembre. Ma con quale credibilità? Con quale faccia?
Chi non si è degnato di partecipare a un confronto su una questione tanto delicata, come può aspirare a governare l’intera regione? È una domanda che dovrebbe risuonare forte nelle urne, più forte di ogni slogan elettorale.
Il punto è che questa storia non riguarda solo un errore tecnico, ma una precisa modalità di governo, fatta di rinvii, scaricabarile e assenza di assunzione di responsabilità. I tecnici fanno il loro mestiere. Ma la politica dov’è? Davvero tutto si può ridurre a una nota protocollata e qualche generica rassicurazione?
Le Associazioni sono chiare: "Abbiamo chiesto un confronto reale, non un teatrino. I cittadini pretendono rispetto e risposte. Non possono essere lasciati in balia di procedure confuse e costretti a fare causa per ottenere ciò che gli spetta."
E allora eccoci qui: in piena estate, con centinaia di cittadini in braghe di tela, senza garanzie, senza tutele, mentre chi dovrebbe tutelarli pensa solo alla campagna elettorale. L’assenza dell’amministrazione all’incontro non è un dettaglio: è il simbolo plastico di una politica che non c’è più. O peggio, che c’è solo quando deve contare i voti.
Chi governa non può sparire nel momento del bisogno. E chi ambisce a governare la Regione non può ignorare il disastro lasciato alle spalle. Altrimenti, più che amministratori, sono solo dilettanti in fuga. E le elezioni, invece che un’occasione di riscatto, diventano l’ennesimo sfregio alla dignità dei cittadini.
Et maintenant, ils osent demander la confiance des électeurs pour entrer au Palais régional ? Quelle arrogance. Quelle impudence. Quand on ne respecte même pas les citoyens de sa propre ville, on ne mérite ni siège, ni pouvoir. Seulement le silence des urnes.





