ATTUALITÀ - 27 luglio 2025, 09:02

"Non è ancora il momento". Intanto a Gaza i bambini muoiono di fame

Macron lancia aiuti alimentari dal cielo e riconosce la Palestina. L’Italia resta immobile: Meloni e Salvini frenano. Mentre i bambini muoiono a Gaza per fame, il nostro governo prende tempo. Ma tempo, là, non ne resta più

"Non è ancora il momento". Intanto a Gaza i bambini muoiono di fame

Mentre le immagini di bambini scheletrici, occhi vuoti, corpi troppo piccoli per sopravvivere a tanto dolore, continuano ad arrivare da Gaza, l’Italia ufficiale resta in silenzio. O peggio: balbetta. "Non è ancora il momento di intervenire", ha detto Giorgia Meloni, facendo eco alle esitazioni di Matteo Salvini. Eppure, il momento è già passato. Il momento per evitare la catastrofe era ieri. O forse l’altroieri. O forse non c’è mai stato, se si decide sempre di non decidere.

Nel frattempo, c’è chi agisce. Emmanuel Macron ha annunciato l’invio di aiuti umanitari paracadutati su Gaza, insieme ad altri due leader europei. Ma non solo: la Francia ha annunciato il riconosciuto dello Stato di Palestina, dando finalmente un segnale politico forte, concreto, chiaro. La risposta italiana? Nulla. E' troppo presto. Parole spente, dita incrociate, diplomazia da passerella. E fame, là sotto.

Secondo l’UNRWA, oltre 300.000 persone a Gaza si trovano in condizioni di carestia estrema, tra cui migliaia di bambini che non riescono più neppure a piangere: non hanno più le forze per farlo. Eppure, il governo italiano, che a parole dice di difendere i valori occidentali, preferisce non urtare la sensibilità israeliana, anche a costo di sacrificare civili innocenti. Perfino il Papa ha parlato di “genocidio per fame”. Ma da Palazzo Chigi e dal Viminale, nessuna eco. Solo il solito, avvilente, calcolo politico sull’opportunità di esporsi.

E allora: cosa stiamo aspettando? Quanti bambini devono ancora morire prima che per l’Italia sia “il momento giusto”?

Macron ha fatto politica. L'Italia si è voltata dall'altra parte. E non è questione di destra o sinistra, ma di dignità. La stessa che manca a chi, oggi, ha in mano il potere e lo usa solo per mantenere il consenso, mai per assumersi una responsabilità.

Il riconoscimento della Palestina, ora, non è solo un gesto simbolico: è l’unico atto possibile per ridare speranza a una popolazione dilaniata da mesi di bombardamenti, assedio, isolamento. Ed è l’unico modo per dire: l’Europa non è tutta cieca, e non tutta muta.

A Gaza, il pane non si trova più. Il latte nemmeno. I medici cercano foglie di vite per calmare i bambini. E mentre l’inferno scende sulla terra, l’Italia guarda altrove.
Ma la storia prende nota. E ci chiederà conto.

pi.mi.

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