“Car c’est dans le partage du pain que se révèle le vrai sens de la fraternité. Et dans la terre que l’on cultive avec amour, il y a déjà un avant-goût du Royaume. Que ce petit geste d’offrande – un sac de pommes de terre, quelques courgettes ou une botte de blettes – devienne prière silencieuse et semence d’espérance.”
È nei gesti più semplici che a volte si trovano le soluzioni più profonde. Portare una cassetta di zucchine al punto raccolta della propria parrocchia può sembrare un’azione piccola, quasi insignificante. Ma dietro quel gesto si cela una promessa: una comunità che si prende cura di sé stessa, partendo dalla terra.
Nasce così “Orto per tutti”, un progetto che unisce più anime – religiose, civili, volontarie – sotto un unico tetto valoriale: recuperare le eccedenze ortofrutticole dai giardini e dagli orti privati per distribuirle gratuitamente a famiglie in difficoltà. Il cuore pulsante dell’iniziativa batte nei comuni di Allein, Doues e Roisan, ma l’eco può risuonare ovunque: perché ciò che viene coltivato in condivisione può nutrire molto più che lo stomaco.
“Vogliamo creare una rete solidale dove nessuno spreca e nessuno resta indietro”, spiegano le animatrici di comunità del PUA dell’Unité Grand Combin, tra le principali artefici dell’iniziativa.
L’idea è tanto semplice quanto potente. Ogni giovedì, dalle 8 alle 17, le chiese dei tre paesi aprono le loro porte come punti di raccolta: chi ha prodotto in più, chi ha un orto che abbonda o semplicemente chi vuole partecipare, può depositare frutta e verdura fresca, già spolverata dalla terra, all’interno di cassette riutilizzabili.
“È un modo concreto per ridurre lo spreco alimentare e allo stesso tempo aiutare chi non riesce ad arrivare a fine mese”, spiega una volontaria.
Il progetto si rivolge soprattutto a famiglie già beneficiarie del pacco alimentare o segnalate dai servizi sociali. Ma la logica non è burocratica: chi ha bisogno può trovare un cestino di dignità e accoglienza. La distribuzione avviene una volta al mese durante la consegna regolare dei pacchi, e tre volte al mese per i casi più fragili, con una rete già attiva tra Roisan, Allein, Doues e – in caso di eccedenze – l’Emporio Solidale Quotidiamo di Aosta.
Le donazioni non si fermano al fresco. Pasta, riso, olio, tonno – tutto ciò che è a lunga conservazione – va a rinforzare il Banco Alimentare, integrando le scorte per famiglie che spesso ricevono pacchi standardizzati, ma hanno bisogni molto concreti.
Il valore del progetto va però ben oltre l’aiuto immediato. “Stiamo cercando di rafforzare il legame di comunità, coinvolgendo anche gli anziani attivi, veri custodi della terra e della memoria”, racconta una delle animatrici. L’idea è creare ponti tra generazioni, dove chi sa coltivare insegna, e chi riceve, magari un domani potrà restituire.
Tutto avviene nel rispetto della normativa vigente, in particolare la Legge Gadda del 2016, che semplifica le donazioni alimentari e tutela chi dona. Il sistema è snello, sicuro e tracciabile, proprio perché basato su fiducia, trasparenza e responsabilità condivisa.
“Non c’è bisogno di essere ricchi per fare qualcosa di grande. Bastano due zucchine, un po’ d’amore e la voglia di non restare indifferenti”, dice sorridendo un pensionato di Doues.
La raccolta si svolge da luglio a ottobre 2025, ma l’obiettivo è prolungare e consolidare il progetto nel 2026, in base ai risultati della sperimentazione e alla disponibilità di volontari.
Gli enti locali fanno la loro parte promuovendo l’iniziativa durante eventi pubblici, affiggendo locandine nei municipi, nelle parrocchie, nei negozi e negli uffici postali. La comunicazione capillare è un’altra chiave del successo: Orto per tutti non è un progetto di “qualcuno”, ma una scelta collettiva, nata dalla terra e destinata alle persone.
Nel tempo dei consumi sfrenati e dell’indifferenza sociale, un progetto come Orto per tutti riporta al centro una domanda fondamentale: di che comunità vogliamo far parte?
Coltivare la terra per coltivare legami. Raccogliere frutti per seminare speranza. Donare per restituire valore. Forse è davvero questo il raccolto più importante.






