Le sedute del Consiglio regionale sono finite, la campagna elettorale può cominciare. Ma le cure odontoiatriche per tutti, no: quelle possono aspettare. È questo il messaggio — brutale, ma verissimo — che esce dall’ultima adunanza del Consiglio Valle, conclusa senza nemmeno arrivare alla discussione delle interrogazioni. Tra queste, anche l’interpellanza sulle cure odontoiatriche pubbliche per i cittadini, firmata dalla consigliera Chiara Minelli (Progetto Civico Progressista), che da tempo insiste sul tema. Una battaglia concreta, a difesa di chi oggi non riesce a permettersi neppure una devitalizzazione senza svuotare il conto corrente.
E invece niente: nemmeno un minuto di dibattito. La risposta? Arriverà per iscritto. Quando? Quando potranno. Questa la surreale replica della Giunta, che si è presa il lusso di glissare su atti depositati da aprile — e non su mozioni simboliche, ma su iniziative che riguardano direttamente il diritto alla salute.
Una chiusura dei lavori che ha il sapore della beffa, e non solo per l’argomento saltato. A quanto pare, neanche la minima dignità istituzionale di un confronto sulle questioni urgenti è più garantita. Se a questo si aggiunge l’irritazione palese con cui la presidenza dell’aula ha liquidato la richiesta di maggiore sollecitudine — con un generico “chiederemo agli assessori di rispondere presto” —, il quadro è completo: la politica valdostana ha trovato il modo di dire che la salute dei cittadini non è una priorità. Ma senza prendersene la responsabilità.
Intanto in Valle c’è chi si arrangia: dentisti privati, mutui per l’apparecchio dei figli, liste d’attesa infinite. Perché se sei povero, se hai bisogno di un’estrazione urgente o se il tuo stipendio finisce tutto tra bollette e affitto, le cure odontoiatriche sono un lusso. E il Consiglio Valle, questa settimana, ha deciso di non parlarne nemmeno.
Chi si candida a guidare la Regione tra due mesi dovrebbe spiegare chiaramente come intende affrontare questa vergogna. Perché il silenzio di ieri è un’offesa. E chi tace, oggi, è complice domani.





