CRONACA - 24 luglio 2025, 13:24

Per la dermatite bovina stop ad “Alpages Ouverts” la festa degli alpeggi

Annullata l’edizione 2025 per tutelare la salute del bestiame. Il virus colpisce i bovini, non l’uomo, ma il rischio è troppo alto. “Decisione a malincuore”

Per la dermatite bovina stop ad  “Alpages Ouverts” la festa degli alpeggi

Niente “Alpages Ouverts” quest’estate. La manifestazione che da ventisei anni apriva i pascoli della Valle d’Aosta al grande pubblico, celebrando il legame tra uomo, territorio e allevamento di montagna, è stata ufficialmente annullata. A fermare la festa è stata la dermatite nodulare contagiosa, malattia virale che non si trasmette all’uomo ma che rappresenta un rischio sanitario elevato per i bovini.

«Abbiamo preso atto delle implicazioni sanitarie – si legge nella nota diffusa dal comitato direttivo dell’Associazione regionale allevatori valdostani – e seguendo le indicazioni dell’Autorità sanitaria regionale, che raccomanda di rafforzare le misure di biosicurezza, abbiamo deciso, a malincuore, di annullare l’edizione 2025 di Alpages Ouverts».

Una decisione pesante, ma inevitabile: la diffusione della dermatite nodulare tra gli animali potrebbe mettere in ginocchio l’intero comparto zootecnico valdostano, già sotto pressione per i costi crescenti e il ricambio generazionale sempre più difficile. Il virus si trasmette attraverso punture di insetti, spesso veicolati involontariamente anche dalle persone che frequentano gli alpeggi.

«La malattia non è pericolosa per l’uomo – precisa l’Associazione – non si trasmette né per contatto con animali infetti né attraverso il consumo di carne o latte. Ma il pericolo per le mandrie resta alto: evitare ogni occasione di esposizione è oggi la misura più responsabile».

Così salta una delle poche occasioni pubbliche per incontrare da vicino il mondo degli alpeggi, parlare con gli allevatori, assaggiare prodotti tipici nei pascoli d’alta quota e vedere da vicino il lavoro quotidiano tra vacche, campanacci e formaggi.

Un colpo al cuore, soprattutto per chi, in questi mesi, aveva dato disponibilità a partecipare all’organizzazione. «Siamo consapevoli del disagio arrecato agli allevatori e ai visitatori – conclude la nota – ma confidiamo di poter riprendere le manifestazioni appena le condizioni sanitarie lo permetteranno».

Resta l’amaro in bocca e una lezione sulla fragilità di un settore che vive a stretto contatto con la natura, nel bene e nel male. La festa è rimandata, ma la montagna non chiude: ora più che mai ha bisogno di attenzione e rispetto.

marco duvin

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