A Rhêmes-Notre-Dame è stata inaugurata “La Sibilla del Gran Paradiso”, totem parlante, digital human, coscienza aumentata della montagna e probabilmente anche futura candidata alle prossime elezioni. Alla cerimonia – che sembrava più l’unione tra un matrimonio nerd e un battesimo alpino – erano presenti il Presidente Testolin, la direttrice della Fondation Grand Paradis, il sindaco, il presidente del Parco, qualche curioso, qualche turista e, soprattutto, lei: la Sibilla, nuova sacerdotessa del web montano.
Il totem interattivo ha mostrato tutta la sua grazia algoritmica: parlava, mostrava video, ironizzava, ringraziava. Forse ha pure commosso Testolin, che ha visto in lei l’unico assessore che non chiede una poltrona.
La direttrice Vuillermoz, durante il discorso di presentazione, ha spiegato che “le abbiamo dato un corpo, una voce, una divisa”. E nel dubbio, le hanno pure dato un senso della misura, cosa che a molti amministratori umani continua a mancare.
Il presidente Testolin ha invece parlato di visione, identità, accoglienza intelligente. Il tutto mentre la Sibilla, molto più saggiamente, continuava a raccontare il programma del Gran Paradiso Film Festival. Tra i due, la più concreta era lei.
Ora aspettiamo la versione Sibilla 2.0, con sarcasmo incorporato, che al prossimo consiglio regionale potrà intervenire al posto di chi ormai parla solo per non dire nulla.
Più a sud, in una sala riunioni dal profumo di disinfettante e latte cagliato, gli assessori Marzi e Carrel hanno convocato un vertice sanitario-agrozootecnico per affrontare l'emergenza dermatite nodulare contagiosa (LSD – no, non quella LSD). A rischio: le vacche. Sì, le nostre amate vacche da latte, simbolo della montagna, del Reblec, delle foto da Instagram con dietro il Cervino.
Il virus colpisce solo i bovini, ma a guardare le facce serie dei partecipanti sembrava si stesse parlando di un contagio tra consiglieri regionali. Presenti veterinari, tecnici USL, esperti di igiene animale (una categoria che andrebbe estesa anche al linguaggio politico). L’approccio? “Coordinato e condiviso”, parole che piacciono sempre quando nessuno sa bene cosa fare.
Nel frattempo, Valle d’Aosta Aperta ha presentato le sue osservazioni al progetto di ampliamento del bacino del Leissé. Un'opera colossale, con una diga alta come un palazzone di cinque piani, pensata per un uso unico: la neve artificiale.
Altro che cambiamenti climatici: qui si gioca d’anticipo, costruendo vasche olimpioniche in alta quota per sparare fiocchi nei weekend da bollino nero.
Nel dubbio, VdA Aperta si tura il naso, ma il naso resta scoperto per dire “sì” al referendum sulla legge elettorale.
Come dire: la legge fa schifo, il percorso pure, ma è sempre meglio che niente. È il trionfo della politica omeopatica: una riforma diluita all'infinito, ma che – si spera – fa comunque qualcosa.
Se non altro, si apre la possibilità di più preferenze e di più donne in Consiglio. Il che, in una Valle in cui la rappresentanza femminile è ancora un miraggio, sembra quasi un colpo di Stato.
La Protezione Civile lancia l’allerta meteo. Criticità gialla e smottamenti in Val Ferret. E mentre le strade franano, c'è chi si chiede se esista una “Sibilla della Protezione Civile” in grado di prevedere le frane e sistemare i piani di evacuazione senza aspettare le slide della Regione.
Nel frattempo, si va avanti a colpi di ordinanze e nastri bianchi e rossi, sperando che nessun turista voglia testare la stabilità geologica dei percorsi chiusi. Ma tanto basta un selfie con lo sfondo giusto per dimenticare tutto.
In attesa del prossimo consiglio regionale – dove si tornerà a discutere di democrazia come se fosse un oggetto smarrito – possiamo solo prendere atto: le vacche hanno la dermatite, i turisti parlano con i totem, le dighe crescono e le preferenze pure.
Per tutto il resto… c’è la Sibilla.





