Piemonte NordOvest - 14 luglio 2025, 15:15

Il bosco parlante: poesie, natura e silenzi che sussurrano emozioni

Nel cuore verde di Valgioie, un sentiero si anima di versi e memoria. Luigi Angelino, in arte "L’Angelino", trasforma il silenzio del bosco in poesia viva, incidendo parole su legni di recupero. Un cammino sensoriale tra natura e arte, culminato in una giornata d’incontri, letture e commozione condivisa

Chi afferma che le piante non comunichino tra loro non si è mai soffermato abbastanza su come esse reagiscano agli input dell’ambiente. Le piante si esprimono attraverso varie parti — radici, stelo, foglie, fiori e frutti — e lo fanno non con un sistema nervoso come il nostro, ma con un sistema di tipo “idraulico”, come afferma Simon Gilroy, professore di botanica presso l’Università del Wisconsin, a Madison.

Nel sussurro infinito della natura, quando il cuore smette di ansimare e raccoglie i flussi benefici del silenzio, le parole dell’ambiente circostante iniziano a farsi udire. In quel momento si fondono poesia e realtà: le piante e i rami utilizzano ultrasuoni, segnali chimici, fisici ed elettrici per comunicare e interagire tra loro e con il mondo attorno.

Un altro modo di cogliere la fragranza del benessere ricavato da un mondo apparentemente immobile, ma che si muove a suo modo, è l’impollinazione. Con la complicità del vento e dei piccoli “esserini” alati che popolano la foresta, i granelli di polline viaggiano dalla parte maschile a quella femminile dell'apparato riproduttivo delle piante. Così vive, respira e si popola un bosco.

Ma vi è ancora un’altra forma di comunicazione, la più potente di tutte: quella del cuore. Nel silenzio assoluto del bosco, il cuore è in grado di percepire gli umori del vento che trasporta i sospiri delle foglie mentre si staccano dalla madre pianta.

Successe così, nel “bosco parlante” — come ho amato definirlo — in zona Trucetti di Valgioie, che, anni fa, un neopensionato assorto nei propri pensieri quotidiani imboccò un sentiero che inizia proprio dove finisce l’abitato di Modoprato.

Successe poi che l’osservare quell’erta dal basso, fiancheggiata da alberi i cui rami si intrecciano a formare una volta, divenne per il nostro visitatore uno stimolo a proseguire il cammino. Quella porzione di cielo azzurro che appare in fondo al sentiero aveva un magico potere attrattivo, un invito silenzioso della montagna a mostrar le sue bellezze.

Il nostro personaggio, a quel punto, ebbe le idee ben chiare: riportare su tabelle di legno le sensazioni provate, le sue poesie e prose. Utilizzò solo legno di recupero, senza intagliare alcuna pianta, pirografando i testi nel totale rispetto della natura.

Poi distribuì le sue opere lungo i fianchi del sentiero, ridonando nuova vita a questi legni. Era come ricamare gli orli di un tappeto. Più d’uno di quei legni “gemeva”, come il bosco che da allora li ospita, esprimendo il dolore e un monito alle guerre mai finite, che — come focolai maledetti — continuano ad ardere sul nostro pianeta.

Il neopensionato compositore delle opere è Luigi Angelino, in arte "L’Angelino". Domenica 13 luglio, dalle 16 in poi, intitolando il suo invito: “Rime tra i boschi”, ci ha condotti in questo “bosco parlante”, oggi conosciuto come il Sentiero delle poesie in cammino. Un percorso poetico da lui realizzato, che dopo circa 30 minuti di cammino ci ha portati al pianoro sottostante il Belvedere di Combravino, presso il Belvedere di Modoprato, con una vista meravigliosa sui laghi di Avigliana e le montagne circostanti.

Giunti al Belvedere, con tavolo e panca in legno imbanditi per un rinfresco a base di cibi e bevande offerti dagli organizzatori, si è tenuto il gran finale. L’oratore e attore teatrale Alessandro Piron ha letto alcune poesie di “L’Angelino” presenti sul sentiero. A seguire, la recitazione di altri testi poetici da parte di Lea Giacone, Gian Battista Argenziano e Tiziana Mascarello, accompagnati dai commoventi canti di montagna intonati dalla corista Roberta Maffiodo.

Un pomeriggio tra parole, natura e cuore. Una giornata che resterà nel tempo e nei ricordi di chi ha saputo ascoltare… il bosco che parla.

Testo e foto di Lodovico Marchisio

SU