Nei giochi di circolo, ad esempio lo chemin de fer, il risultato è dato dal conteggio dei gettoni accantonati nell’apposita cassetta, noti come cagnotte, che rappresentano la percentuale che il banchiere paga alla casa in occasione della vincita del banco.
Nello chemin de fer interviene, nel gioco, lo changeur, che ha una sua dotazione, variabile nella composizione ma fissa nel valore complessivo. Egli interviene per cambiare gettoni all’impiegato quando quest’ultimo deve accantonare la cagnotte, oppure al giocatore. Con il cliente può avvenire il cambio di contanti, ed è per questo — oltre che per la ricomposizione della dotazione — che lo changeur si reca alla cassa di sala (esclusivamente, anche se l’organizzazione del lavoro prevede la presenza di una cassa amministrativa).
La documentazione relativa ad aggiunte e cambi al tavolo, nei giochi di contropartita ed effettuate dallo changeur nei giochi di circolo, deve essere firmata dal rappresentante del concedente. Anche la dotazione dello changeur viene ricomposta alla fine del gioco, seguendo le modalità appena descritte.
La cassa amministrativa, se prevista, non maneggia contanti in alcun modo.
Ogni tavolo da gioco — che sia di contropartita, di circolo o misto — è dotato di una cassetta in cui l’impiegato raccoglie le mance. Le operazioni di chiusura di ogni tavolo terminano con il conteggio delle mance. Questa, da quanto possiamo desumere da uno studio particolareggiato, è la metodologia utile all’eventuale riscontro di irregolarità — da verificare con attenzione.
Ma quali sono i mezzi che la metodologia prevede?
Partendo dalla necessità del raffronto mance/risultato netto, da effettuare sempre tavolo per tavolo, si procede alla constatazione della percentuale risultante. Questa è data — relativamente alla validità e al fatto di non essere sottoposta a verifica — dalla probabilità a favore del banco che, tenendo conto della difficoltà di vincita, fornisce una prima indicazione.
Mi permetto anche di suggerire sempre, per un raffronto utile, un periodo medio: ad esempio tre o sei mesi. Tale analisi dovrebbe comprendere anche l’estrazione dell’incidenza del gioco in esame sul totale dei giochi da tavolo e delle slot rispetto al totale dei ricavi netti.
Da tenere presente anche il rapporto tra risultato netto e contanti cambiati al tavolo, in quanto il divieto di operazioni in contanti è in vigore da parecchio tempo, e da ciò si possono ricavare i dati sopra accennati.
È possibile — come avviene in alcune case da gioco — che il risultato del tavolo sia accompagnato, se del caso, da una breve relazione del capotavolo o dell’ispettore in servizio, ad esempio in caso di forti vincite o perdite. Qualora esistano cause particolari a giustificazione di eventuali esiti anomali che possano far pensare a un’irregolarità, si tratterebbe comunque di un evento straordinario.
La scelta di un periodo inferiore all’anno solare permette un più ampio e credibile confronto su due anni successivi, magari in mesi identici, che — salvo casi particolari — dovrebbero evidenziare situazioni, in specie economiche, simili.
L’art. 19 del D.L. 1 luglio 1986, n. 318, convertito in L. 9 agosto 1986, n. 488, recita:
1. Le entrate derivanti ai Comuni di Sanremo e Venezia, gestioni di cui al regio decreto-legge 22 dicembre 1927 […], sono considerate ad ogni effetto, fin dall’istituzione, entrate di natura pubblicistica, da classificare in bilancio al titolo I, entrate tributarie. […]
Alla luce della natura giuridica assegnata a queste entrate — tra l’altro indicate come entrate di diritto pubblico nel disciplinare in vigore tra Regione e Casinò di Saint-Vincent — ci permettiamo di concludere che la particolare natura giuridica sia indubbiamente estensibile ai Comuni e alle Regioni titolari di autorizzazione alla casa da gioco.
Quindi, a mio avviso, impone il controllo da parte dell’ente pubblico. (2 - CONTINUA)





