Ci sono luoghi che per un giorno diventano simbolo di qualcosa di più grande. Domenica, Lillianes lo è stato. Un paese che ha saputo custodire la propria anima, aprendo le braccia alle culture sorelle del Piemonte, della Liguria e della Lombardia, riunite per il “Festival del folclore”, una manifestazione che è stata ben più di una sfilata: un mosaico vivente di canti, costumi, labari, fede e memoria.
Organizzata con precisione e calore dalla Pro Loco di Lillianes, con il sindaco Daniele De Giorgis in prima linea, la giornata ha visto una lunga e colorata sfilata di gruppi folcloristici che, passo dopo passo, hanno raggiunto la chiesa del paese portando con fierezza i propri labari. È lì, nel cuore della comunità, che le tradizioni si sono fatte preghiera, grazie alla celebrazione officiata da Don Marian Benchea. Un momento di grande intensità, impreziosito dai canti che hanno unito le voci di culture diverse in un’unica armonia spirituale.

Il folclore non si è fermato alle navate della chiesa. Sul sagrato, canti, danze e strumenti hanno dato vita a uno spettacolo spontaneo, dove l’identità di ciascun gruppo si è espressa in tutta la sua autenticità. La musica ha risuonato tra le montagne, come un eco delle storie tramandate da generazioni, mentre la gente si lasciava coinvolgere da melodie che parlano di lavoro, di festa, di vita.
Il corteo ha poi ripreso il cammino verso il capannone allestito per il pranzo, altro momento simbolico in cui il folclore si fa anche condivisione, convivialità, gesto semplice ma profondo. Una tavolata allargata che unisce e racconta, che fa dialogare le diversità e rafforza ciò che ci accomuna.

Eventi come questo sono rari, e per questo preziosi. Rappresentano un’occasione concreta per incontrare, nello stesso tempo e nello stesso spazio, espressioni culturali che altrimenti resterebbero confinate nei propri territori. Il valore di questi incontri sta proprio nella possibilità di riconoscersi negli altri, di scoprire che dietro ogni costume, ogni canto, ogni passo di danza, c’è una comunità viva che si racconta.
Un plauso sincero va alla cantoria per la qualità e la partecipazione sentita durante la funzione, così come a tutti i volontari e ai membri del comitato organizzatore, che con dedizione e spirito di servizio hanno reso possibile questa festa dell’anima. In un mondo che corre veloce, Lillianes ha scelto di fermarsi, per un giorno, a celebrare la bellezza della lentezza, della memoria e dell’appartenenza. E questa, oggi più che mai, è una scelta rivoluzionaria.





