CRONACA - 14 luglio 2025, 09:45

Forestali, sentinelle del territorio: tra emergenze, biodiversità e nuova linfa

Al Castello Gamba di Châtillon, il Corpo forestale della Valle d’Aosta ha celebrato il 57° anniversario. Dati, numeri e passione al centro del bilancio 2024: oltre cento interventi sugli incendi, 282 animali selvatici salvati, 35 persone denunciate per reati ambientali. Il Comandante Luca Dovigo: “Siamo una forza silenziosa, ma presente. Il nostro lavoro parla nei boschi, sui sentieri, nei torrenti”.

Forestali, sentinelle del territorio: tra emergenze, biodiversità e nuova linfa

Sabato 12 luglio, nel giorno di San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali italiani, si è tenuta presso il Castello Gamba di Châtillon la cerimonia per il 57° anniversario del Corpo Forestale della Valle d’Aosta, alla presenza delle autorità regionali, con il Presidente Renzo Testolin e l’Assessore Marco Carrel in prima fila.

Un momento celebrativo, ma soprattutto un’occasione per fare il punto sull’attività di un Corpo che rappresenta la spina dorsale della tutela ambientale della Regione.

Il nostro impegno è quotidiano, capillare e silenzioso. Non cerchiamo i riflettori, ma lavoriamo affinché chi vive in Valle possa godere di un ambiente sano, sicuro e curato”, ha dichiarato il Comandante Luca Dovigo nel suo intervento ufficiale.

Nato ufficialmente nel 1968, ma con radici ancora più antiche, il CFVdA ha una missione ben chiara: proteggere e valorizzare il patrimonio forestale, faunistico e ambientale della Valle d’Aosta. Una forza “verde” formata da 153 donne e uomini, distribuiti in 14 stazioni territoriali, con una presenza costante nella Centrale Unica del Soccorso e nella Procura di Aosta.

Non siamo solo forestali. Siamo anche agenti di polizia giudiziaria, operatori di protezione civile, sentinelle della biodiversità e del territorio”, ha sottolineato Dovigo, ricordando come ogni intervento del Corpo abbia una dimensione tecnica, ma anche umana.

Nel 2024 il CFVdA ha svolto un ruolo fondamentale su più fronti, con una media di decine di interventi ogni mese:

282 animali selvatici recuperati e affidati alle cure del CRAS di Quart;

547 monitoraggi sul lupo in 31 transetti regionali, confermando la presenza stabile della specie;

26 episodi legati a incendi boschivi, con 4 incendi veri e propri su oltre 10 ettari di territorio, di cui 8 boschivi.

35 persone denunciate per reati ambientali, edilizi e contro gli animali;

41 sanzioni amministrative, in particolare per violazioni al codice della strada e alle normative ambientali.

Abbiamo affrontato casi di bracconaggio, abbandono di rifiuti, scarichi abusivi e anche incendi dolosi. La nostra attività investigativa ha portato a risultati concreti, non solo numeri, ma tutela vera”, ha ribadito il Comandante.

Particolarmente significativo il lavoro legato alla salute delle foreste valdostane, oggi messe a dura prova da cambiamenti climatici, patogeni e specie invasive. Il personale forestale ha segnalato nuove emergenze fitosanitarie, come il fungo Sphaeropsis sapinea, responsabile del deperimento di molte pinete, mentre la minaccia della Lymantria monacha ha colpito duramente i lariceti della Val di Cogne.

La nostra montagna sta cambiando. Serve una conoscenza tecnica sempre più aggiornata, una formazione continua, ma anche un grande amore per la terra che si serve”, ha sottolineato Dovigo con tono appassionato.

Il Corpo forestale non è appariscente: non ha le sirene, non blocca le strade, non fa conferenze stampa roboanti. Ma lavora dove spesso gli altri non arrivano.
Ed è proprio qui che si gioca il futuro dell’autonomia valdostana: nella cura del territorio, nella difesa concreta del paesaggio, nella lotta seria agli abusi e al degrado.

Come ha ben detto il Comandante: “Essere forestale significa scegliere di difendere il nostro patrimonio più prezioso: la natura. E lo facciamo anche per chi non lo vede, ma ne gode ogni giorno”.

Una frase che vale più di tante leggi: perché il vero presidio di legalità, in Valle d’Aosta, non sempre indossa una divisa visibile. Ma lascia orme leggere e profonde, come quelle di un cervo nel bosco.

Dopo la pausa forzata legata alla pandemia, la cerimonia è tornata ad essere “un momento di sintesi e di restituzione pubblica”, occasione per illustrare le attività condotte nel 2024. Più di 123.000 ore di lavoro, di cui un terzo assorbite dalla sorveglianza del territorio rurale.

Oltre 500 dissesti e frane censiti, monitoraggi climatici e nivologici: “Viviamo su un territorio fragile, lo sappiamo – ha detto Dovigo – e gli eventi meteorologici estremi non fanno sconti”. I forestali sono spesso “i primi a intervenire”, con un ruolo di cerniera tra Regione e Comuni.

E proprio contro l’imprevedibilità climatica è stata annunciata l’imminente approvazione del nuovo Piano regionale antincendio boschivo, che aggiornerà l’apparato di prevenzione e spegnimento, dopo un 2024 con “solo” 10 ettari di boschi bruciati, ma con allarmi che non devono far abbassare la guardia.

Prosegue l’impegno nella sorveglianza faunistica. Nel mirino il contenimento dei cinghiali e l’attuazione del piano nazionale sulla peste suina africana. Attivi anche i monitoraggi su oltre 30 transetti per i lupi, mentre continua la collaborazione su progetti internazionali, come quello sulla reintroduzione del gipeto, con 7 siti di nidificazione seguiti regolarmente.

Dopo anni difficili, Dovigo segnala una “netta regressione degli attacchi della processionaria del pino e del bostrico dell’abete”, mentre resta critico il fenomeno del deperimento delle pinete colpite dal fungo Sphaeropsis sapinea. Attività portata avanti anche grazie alla collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, sia sul fronte del programma CON.ECO.FOR. che per l’avvio del 4° inventario forestale nazionale.

Il numero 1515 ha ricevuto oltre 21.000 chiamate nel 2024. Gli operatori della Centrale unica di soccorso – ha detto Dovigo – “sono un riferimento, un presidio costante e una spina dorsale operativa, anche nei momenti più critici”.

Una nota positiva è arrivata dall’ingresso di 19 nuovi agenti nelle 14 stazioni forestali: “Una boccata d’ossigeno che ci consente di riavviare anche la didattica ambientale, a partire dalla piattaforma Web École”.

Il comandante ha concluso con una serie di ringraziamenti “sinceri e doverosi” alle forze dell’ordine, ai servizi veterinari, all’Agenzia regionale per l’ambiente, all’Istituto zooprofilattico, alle altre strutture regionali, senza dimenticare il personale del Corpo “in divisa e nei ruoli tecnici e amministrativi” e i colleghi in pensione, “che con la loro esperienza ci hanno permesso di arrivare fin qui”.

jean felix

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