CULTURA - 12 luglio 2025, 12:00

Salvare la bellezza, custodire l’anima

A Palazzo Roncas riunita la Commissione per i restauri del patrimonio ecclesiastico. “L’arte sacra è memoria viva della nostra identità” dicono Lovignana e Guichardaz. Oltre 695 mila euro per chiese, cappelle e opere d’arte in tutta la Vall

Salvare la bellezza, custodire l’anima

“Ogni pietra, ogni tela, ogni altare racconta una parte di noi.” È questo, in fondo, il senso profondo della riunione della Commissione per l’esame dei progetti di restauro del patrimonio ecclesiastico valdostano, che si è tenuta lo scorso 2 luglio nella nuova e prestigiosa sede della Soprintendenza regionale, al restaurato Palazzo Roncas di Aosta. Un luogo scelto non a caso, simbolo stesso della cura per la storia e la bellezza.

Alla presenza dell’Assessore alla Cultura Jean-Pierre Guichardaz e del Vescovo di Aosta Monsignor Franco Lovignana, la Commissione ha dato via libera a interventi per quasi 700 mila euro destinati a chiese, cappelle e beni artistici sparsi sul territorio regionale. Un segnale concreto – e non soltanto simbolico – della collaborazione in atto tra Regione e Diocesi per salvaguardare un patrimonio che è insieme religioso, culturale e identitario.

«Ancora una volta diverse comunità della nostra Valle possono rallegrarsi» ha dichiarato Mons. Lovignana, sottolineando «l’ottimo lavoro degli uffici e l’importanza della nuova sede della Soprintendenza».

Un plauso che va oltre le parole e tocca un nodo centrale per la nostra società: la cura della memoria collettiva. Perché il patrimonio ecclesiastico non è solo fede e devozione, ma anche arte, architettura, comunità, senso di appartenenza.

Gli interventi approvati sono sparsi in tutta la Valle: dalla Cattedrale di Aosta (con il restauro del campanile e di un dipinto su tela raffigurante San Grato) alla cappella di San Bernardo a Cogne, passando per Morgex, Chambave, Gressoney-Saint-Jean, Nus e Allein. Ogni luogo con la sua storia, il suo contesto, le sue urgenze: dal risanamento dei tetti e degli intonaci alle manutenzioni strutturali e agli altari lignei, fino alla conservazione delle decorazioni pittoriche.

Un’attenzione particolare è stata riservata anche agli organi storici, con una riflessione avviata sull’importanza del patrimonio organaro valdostano, a partire dallo strumento della Cattedrale, protagonista di stagioni concertistiche apprezzate a livello nazionale.

«È giusto che la pubblica amministrazione sostenga questi interventi» ha detto l’Assessore Guichardaz, «perché l’arte sacra non è solo un bene della Chiesa, ma dell’intera comunità. È una responsabilità condivisa».

Guardando l’elenco degli interventi, colpisce la varietà dei luoghi: piccoli villaggi di montagna e grandi centri urbani, cappelle secondarie e cattedrali, pietre secolari e arredi lignei. Ogni restauro è una promessa di continuità tra passato e futuro, tra fede e cultura, tra tradizione e modernità.

Non si tratta solo di “rifare un tetto” o “salvare un affresco”: si tratta di non perdere il filo del racconto collettivo che ci tiene legati a questi luoghi, anche quando la pratica religiosa si fa più rarefatta. Perché quel patrimonio parla a tutti, credenti e non credenti, come testimonianza visibile di una civiltà che ha saputo lasciare il segno.

Ecco perché Aostacronaca.it continuerà a seguire con attenzione e passione questo percorso: perché dietro ogni restauro c’è una storia, un gesto di cura, un frammento di noi.

pi.mi.

SU