C’è una buona notizia da Roma. E arriva forte e chiara: la Valle d’Aosta non è più sola.
Giovedì 10 luglio 2025, nell’ambito del DL Infrastrutture, la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno strategico, firmato dal deputato valdostano Franco Manes, che punta il faro sull’insieme delle criticità infrastrutturali che da anni penalizzano la nostra Regione. Un ordine del giorno che diventa, nei fatti, una chiamata alla responsabilità collettiva, rivolta non solo al Governo ma a tutti gli attori – italiani ed europei – che condividono il destino dei territori alpini e di confine.
Il testo, approvato a larga maggioranza, impegna il Governo a intervenire con decisione sulla situazione dei collegamenti internazionali e dei nodi viari più fragili del Nord-Ovest: dal Monte Bianco al Gran San Bernardo, dalla frana di Quincinetto fino alla vergogna dei pedaggi autostradali, da anni pagati a caro prezzo da chi vive e lavora in Valle d’Aosta.
“La Camera dei deputati – ha spiegato Manes – riconosce l’importanza strategica delle infrastrutture valdostane, dando un chiaro indirizzo al Governo. Le problematicità legate ai trafori, le preoccupazioni per la frana di Quincinetto, il costo dei pedaggi non sono dossier separati, ma elementi che si sommano e gravano sulle spalle di cittadini, imprese e turisti”.
Un approccio nuovo, dunque, che unisce i puntini e propone finalmente una visione d’insieme. E non è un dettaglio da poco. Troppe volte, in passato, il dibattito romano ha trattato queste emergenze come episodi isolati, rimbalzandole tra competenze statali e regionali, tra ATIVA e ANAS, tra Italia e Francia. Oggi, invece, grazie a questo atto politico, si apre uno spazio concreto di convergenza istituzionale, a partire dalla necessaria concertazione con la Regione autonoma Valle d’Aosta e, dove necessario, con le autorità svizzere e francesi.
Tra i punti salienti, l’ordine del giorno firmato da Manes:
Chiede un’azione unitaria e sinergica su tutti i dossier infrastrutturali critici;
Sollecita un impegno del Governo su frane, trafori e viabilità alpina;
Domanda il contenimento dei pedaggi autostradali, oggi tra i più cari d’Italia;
Rivendica un’attenzione strutturale alle esigenze delle aree montane e di confine.
“Intervenire con una visione di insieme è oggi più necessario che mai” – ha aggiunto il deputato – “coinvolgendo anche le istituzioni che rappresentano le Autonomie territoriali, perché l’isolamento della Valle è un problema nazionale, non locale”.
E poi, l’affondo più politico, che suona quasi come un richiamo all’orgoglio:
“L’impegno dei rappresentanti delle minoranze linguistiche è chiaro: lottare contro il rischio di isolamento, riportando la montagna al centro dell’Europa. Da oggi questo è un impegno che deve essere dello Stato. Di tutto lo Stato.”
Un messaggio che – va detto – vale molto più di un voto parlamentare: è il riconoscimento, finalmente, che la Valle d’Aosta non può essere considerata una periferia dimenticata, un’appendice innevata buona solo per i depliant turistici. Ma un crocevia strategico, fragile e prezioso, dove le politiche nazionali devono sapersi adattare alla geografia e alla dignità dei territori.
Con questa azione parlamentare, Franco Manes segna un punto importante, concreto, verificabile. E non è solo una battaglia per le strade, i tunnel o i caselli. È una battaglia per la pari cittadinanza di chi vive in montagna, per dire che l’autonomia non è isolamento, ma diritto a una mobilità equa, moderna e sicura.
Il treno, stavolta, è passato. E – per una volta – anche Roma è salita a bordo.