Nel mondo frastagliato dell’artigianato valdostano, fatto di microimprese, dedizione e resilienza, la CNA resta un punto fermo. Lo ha dimostrato ieri, mercoledì 9 luglio 2025, all’Assemblea quadriennale ospitata nella suggestiva cornice del Lazy Bee Camping Village, dove Andrea Caruso è stato riconfermato presidente all’unanimità. Un segnale chiaro, forte: la squadra che ha guidato l’associazione negli ultimi quattro anni ha convinto, e continuerà a guidarla nel prossimo futuro.
Accanto a Caruso, il vicepresidente Salvatore Addario è stato anch’egli confermato. Fanno parte dell’Ufficio di Presidenza Angela Fazari, Alessandro Perrone e Luca Santise: imprenditori rappresentativi di settori diversi ma uniti da una visione comune. A coordinare i lavori, come sempre con piglio energico e preciso, la direttrice Michela Bonardo.
“In questi quattro anni, CNA Valle d'Aosta ha conquistato un riconoscimento istituzionale sempre maggiore – ha spiegato Caruso –. Siamo stati ascoltati nei tavoli decisionali, interpellati su dossier importanti, e questo non è avvenuto per caso. È frutto di un lavoro collettivo, di una squadra che ha creduto in un’idea: fare sistema, anziché competere tra noi”.
Già, “fare sistema”: un’espressione che in Valle d’Aosta rischia spesso di restare lettera morta. E invece, nel mondo artigiano, ha trovato terreno fertile. CNA è diventata interlocutore credibile e costruttivo, capace di portare le istanze degli artigiani in Regione, nei Comuni, negli enti bilaterali. Lungi dall’essere una semplice sigla, è diventata un luogo in cui le imprese si incontrano, si riconoscono, si organizzano.
Secondo Caruso (nella foto), “vedersi come colleghi e non come competitor è il vero cambio di paradigma. Da soli si va veloci, ma insieme si va lontano. E noi abbiamo deciso di andare lontano, tutti insieme”.
Una visione ribadita anche dal vicepresidente Salvatore Addario, che ha richiamato l’importanza della condivisione: “La competizione deve lasciare spazio alla collaborazione: solo così la forza del singolo si moltiplica in quella del gruppo. CNA è la casa degli artigiani valdostani, e deve continuare a esserlo, con servizi adeguati e risposte concrete”.
Nel corso dell’assemblea è stata anche rinnovata la Direzione, che raccoglie i rappresentanti delle Unioni di mestiere, a dimostrazione della pluralità di competenze e settori che CNA tiene insieme. Dalle costruzioni all’agroalimentare, dai giovani imprenditori ai pensionati, passando per i servizi, il benessere e le professioni: una mappa completa dell’artigianato valdostano, nelle sue mille sfaccettature.
Poi, a dare ulteriore peso politico alla giornata, è arrivato Dario Costantini, presidente nazionale di CNA. Un intervento che non è passato inosservato.
“Ogni imprenditore che sceglie CNA si aspetta eccellenza – ha detto con determinazione –. E noi abbiamo il dovere di garantirla, indipendentemente dalla geografia. Che tu sia in Aosta o a Palermo, devi avere accesso al meglio delle nostre competenze”.
Ma è su un altro punto che Costantini ha davvero toccato il cuore della platea: il futuro. “Dobbiamo entrare nelle scuole. Raccontare ai ragazzi che l’artigianato non è il piano B, ma un’alternativa concreta, moderna, appagante. Oggi più che mai l’artigiano è anche un innovatore, un creativo, un imprenditore. È tempo di riscrivere la narrazione sociale che spesso relega questi mestieri a scelte residuali”.
Una missione educativa, dunque. Che in una realtà come la Valle d’Aosta assume un valore ancora più urgente, dove il rischio di spopolamento dei mestieri tradizionali è concreto, e dove la CNA può diventare protagonista di una nuova primavera dell’artigianato.
In una regione dove si parla tanto – e spesso a vuoto – di sviluppo locale, CNA ha dimostrato che si può fare sviluppo locale. Con discrezione, ma con sostanza. Senza proclami roboanti, ma con relazioni, progetti, rappresentanza. Ora la sfida sarà quella di agganciare davvero i giovani, digitalizzare i servizi e rafforzare il presidio territoriale, anche nei piccoli Comuni. E magari, chissà, pretendere un po’ più di attenzione anche dalla politica, che troppo spesso confonde l’artigianato con una categoria “di nicchia”, dimenticando che senza piccole imprese la Valle d’Aosta resterebbe... a metà.




