Chez Nous - 05 luglio 2025, 08:00

VELINA ROSSONERA E ARCOBALENO

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano da mettere in ridicolo

VELINA ROSSONERA E ARCOBALENO

Il Partito Democratico della Valle d’Aosta, in un impeto di onestà intellettuale che quasi commuove, ha preso carta, penna e comunicato stampa e ha lanciato un monito (anzi, una supercazzola politicamente corretta): basta con queste alleanze indistinte, preventive, precotte, pronte da servire in padella elettorale come le minestre surgelate del discount. Basta inciuci, basta larghe intese, basta accordi à la carte. Serve, dicono, una vera idea di società. E ci mancherebbe altro.

Poi, a legger bene, scopri che la vera urgenza non è tanto la “confusione tra alleati e avversari”, quanto piuttosto lo scompiglio nella cucina democratica, dove chef e sous-chef ancora non si accordano sul menù di settembre. “Il nostro campo si costruisce su basi solide”, dicono, mentre fuori piove cemento a presa rapida. Ma il punto è uno: non ce n’è uno, di punto. La nota sembra il trailer di un film che non uscirà mai. Il messaggio è chiaro: cari alleati, fate un passo indietro, ché qui ci siamo noi. Con chi? Con cosa? Lo scopriremo solo votando.

Bankitalia e Codacons si sono trovati a Palazzo per spiegare agli anziani come evitare le truffe. Bella iniziativa, davvero. Peccato che la più grande truffa legalizzata ce l’abbiamo sotto gli occhi da anni e si chiama “oneri di sistema”. Avete presente quei balzelli misteriosi nella bolletta, più criptici di un testo di Elly Schlein? Ecco. Ma su quelli niente convegno, nessun volantino, zero alert. Nessuno che venga a spiegarci come difenderci. Troppo complicato. Meglio prendersela coi finti nipoti che ti telefonano per spillarti i soldi. Almeno quelli non li autorizza ARERA.

L’assessore Guichardaz si è unito a un manipolo di colleghi culturali da tutta Italia per denunciare il caos nei criteri di finanziamento dello spettacolo dal vivo. Tranquilli, non è il solito reclamo di artisti precari: questa volta a gridare allo scandalo sono le Regioni. Sì, proprio loro, che di solito firmano senza leggere. E invece pare che il Ministero della Cultura abbia cambiato le regole, così, poco prima dell’alba, come i ladri di galline. Risultato: il pluralismo artistico è a rischio, la trasparenza evapora e la co-responsabilità istituzionale? Sparita, come i fondi.

Il buon Jean-Pierre, che da noi è l’assessore col doppio petto e la tripla rassegna teatrale, ci tiene a precisare che non si fa così. La cultura è una cosa seria. E va bene, allora aspettiamo con ansia la prossima rassegna d’autunno, nella speranza che tra una pièce e l’altra qualcuno reciti pure i decreti ministeriali.

No, non è una battuta. Esiste davvero. Si chiama Microbiota Vault e sta in Svizzera. L’obiettivo? Conservare campioni fecali da tutto il mondo per preservare la biodiversità intestinale. Feci d’autore, insomma. Un’idea straordinaria: congelare il nostro passato... alimentare.

Noi, umili osservatori valdostani, proponiamo però un’alternativa low cost: che bisogno c’è di spedire provette da Singapore quando basta aprire una botola al depuratore vicino al Carrefour? Altro che -80 gradi. Qui si conserva con i miasmi. E magari si fa pure turismo sensoriale. Che ci scappino pure i finanziamenti del GAL?

Ultimo ma non ultimo (anzi, molto gustoso), ci giunge voce — e che voce! — che anche in Valle d’Aosta si moltiplichino le aziende agricole che si avvalgono con entusiasmo e zelo dei volontari WWOOF. “Esperienze di scambio”, si dice. Ma diciamola tutta: è l’Eldorado per chi vuole forza lavoro senza buste paga, contributi o ferie.

Nessuna illegalità, eh, per carità. Ma resta quel sottile odore di sfruttamento mascherato da opportunità culturale. Intanto le aziende vinicole sorridono e versano... il vino. Altro che contributi. Tutto legale, tutto sostenibile. Chi non ha almeno due WWOOFer in vigna è out. D'altronde, anche nella raccolta dell'uva serve fermento.

Le Sentinelle del Tombino - alias quelle che le feci le vedono… prima che finisc

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