CRONACA - 01 luglio 2025, 19:25

Torrenti valdostani promossi, ma i corsi d'acqua artificializzati restano indietro

Il punto sullo stato di qualità dei corsi d’acqua valdostani: 83% in buone condizioni ecologiche, ma oltre la metà dei tratti artificializzati resta sotto la soglia del “buon potenziale”

Infografica Arpa VdA

Infografica Arpa VdA

Nel 2024 sono stati monitorati 49 siti distribuiti su 42 corsi d’acqua della Valle d’Aosta, portando a 72 i corpi idrici per cui l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) ha completato la classificazione ecologica e chimica. Un lavoro che rientra nel quadro del terzo Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Fiume Po, basato sui dati raccolti nel periodo 2020–2025.

Il quadro complessivo restituisce una fotografia in chiaroscuro. L’83,3% dei corpi idrici – naturali o fortemente modificati (CIFM) – raggiunge almeno lo stato ecologico buono, un indicatore che considera parametri biologici, idromorfologici e chimico-fisici. Va ancora meglio se si guarda allo stato chimico, che risulta buono per tutti i 72 corpi idrici monitorati, grazie all’assenza di sostanze inquinanti significative nel territorio valdostano. Fa eccezione solo la testata della Dora Baltea, dove – pur senza pressioni ambientali – vengono ricercati alcuni inquinanti in via cautelativa.

Tuttavia, non mancano le note dolenti. Più della metà dei corpi idrici fortemente modificati – tratti fluviali alterati da infrastrutture, regolazioni o captazioni – non raggiunge il buon potenziale ecologico, che rappresenta l’obiettivo fissato per questi corsi d’acqua. Il motivo è strutturale: si tratta di ambienti idromorfologicamente compromessi, dove anche in assenza di inquinanti l’ecosistema fatica a riprendersi. In alcuni casi, inoltre, la situazione è peggiorata a causa dell’assenza d’acqua in alveo, rendendo impossibili persino i campionamenti chimici. Sono sei, infatti, i corpi idrici per i quali non è stato possibile assegnare uno stato chimico per mancanza di dati.

Il processo di classificazione proseguirà fino al 2025, completando il quadro per tutti i 168 corpi idrici inclusi nella rete di monitoraggio della regione (di cui 53 naturali e 19 CIFM già classificati).

Nel frattempo, i dati aggiornati offrono uno strumento utile per indirizzare politiche ambientali e interventi di riqualificazione: una sfida cruciale per garantire, anche in futuro, la qualità e la resilienza delle acque valdostane.

red/cro

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