Siamo fatti così, ognuno con il proprio codice. Non un codice fiscale, ma genetico. In quelle minuscole stringhe di DNA è scritto, in parte, chi siamo: la nostra storia, le nostre debolezze, i rischi per la salute, ma anche – e oggi più che mai – le opportunità per stare meglio. E ora la Valle d’Aosta ha uno strumento in più per leggere e interpretare questi codici: si chiama Centro IIT di Genomica Medica e Computazionale e ha aperto ufficialmente i battenti ad Aosta, nella zona dell’“Espace”.
È il dodicesimo polo dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ma il primo in Italia completamente dedicato alla medicina personalizzata e di precisione. In parole povere? Una medicina che ti guarda dentro, proprio dentro il tuo DNA, per capire in anticipo – e con molta più precisione – che cosa potresti avere, che cosa è meglio evitare, e che tipo di terapia funziona meglio su di te.
Il nuovo Centro è il risultato di un progetto partito cinque anni fa, 5000genomi@VdA, con un obiettivo ambizioso: sequenziare oltre 5000 genomi – cioè leggere e interpretare il codice genetico – di pazienti valdostani (e non solo) affetti da malattie rare, neurodegenerative, tumori o anche perfettamente sani. Un patrimonio scientifico immenso, che oggi entra a far parte di un’infrastruttura stabile, innovativa, e, diciamolo con fierezza, made in Vallée.
Tutto questo serve a migliorare le diagnosi, a prevedere certe malattie prima che si manifestino, a capire quale farmaco funziona su una persona e quale no. E sì, serve anche a risparmiare risorse pubbliche, perché curare bene e in fretta significa meno sprechi e meno sofferenze.
Ma serve anche a qualcos’altro, forse ancora più importante per noi: far crescere la Valle d’Aosta come terra di ricerca, tecnologia, lavoro di qualità. Qui, nel cuore delle Alpi, nasceranno software di bioinformatica, si svilupperanno algoritmi di intelligenza artificiale per la salute, si formeranno giovani ricercatori. Un ecosistema scientifico e industriale che può generare nuove start-up, posti di lavoro, innovazione. Non è solo medicina: è anche politica economica, è visione per il futuro.
Il Centro lavora con ospedali della Valle e di mezza Italia: il Parini e il Beauregard, certo, ma anche Genova, Milano, Bologna, Bari. Dentro ci lavorano già 30 professionisti, con strumenti che sembrano usciti da un film di fantascienza (ma sono realtà). Due grandi sequenziatori genetici, software creati su misura, laboratori attrezzati per verificare ogni scoperta. Una macchina del tempo che ci proietta nel futuro della medicina.
E poi c’è un fatto che vale doppio per noi valdostani: un pezzo della nostra identità genetica è stato mappato. Più di 500 persone sane, con origini valdostane, hanno donato il proprio DNA per creare un genoma di riferimento per la nostra regione. È un po’ come se la Petite Patrie avesse finalmente anche il suo passaporto biologico.
Va detto: tutto questo è stato possibile grazie a fondi europei e regionali, oltre 12 milioni di euro investiti in cinque anni. La politica – questa volta – ha fatto la sua parte, con una visione lungimirante. Ora l’IIT ci mette altri 12 milioni in 5 anni, segno che il progetto ha convinto anche i grandi player della ricerca.
Il Centro non si limiterà a studiare le malattie rare o il genoma in generale: si concentrerà in particolare sul Parkinson e sul tumore al pancreas, due patologie tra le più difficili da curare, ma che proprio grazie alla genomica possono essere affrontate con più strumenti.
Genomi valdostani: una definizione che non esisteva, fino a ieri. Oggi invece è qualcosa di concreto, scientifico, pieno di futuro. È il segno che anche la Valle d’Aosta può essere protagonista, non solo custode di un paesaggio da cartolina, ma attore sul palcoscenico della scienza e della salute globale.
E se il nostro DNA può raccontare chi siamo, ora può anche aiutarci a capire dove stiamo andando.
Genomi valdostani
Et si notre ADN pouvait nous aider à vivre mieux et plus longtemps ? Ce n’est pas (seulement) de la science-fiction, c’est déjà de la médecine de précision. Et désormais, c’est aussi une réalité en Vallée d’Aoste.
Ce matin, l’Institut Italien de Technologie (IIT) a inauguré à Aoste un nouveau centre de recherche à la pointe de l’innovation. C’est le fruit d’un projet de cinq ans, intitulé 5000genomi@VdA, qui a permis de séquencer plus de 5 400 génomes de patients – dont plus de 500 de donneurs sains valdôtains – avec un objectif : mieux comprendre les maladies, diagnostiquer plus tôt, soigner de façon plus ciblée.
Mais que signifie concrètement "séquencer un génome" ? Cela veut dire lire notre ADN – le manuel d’instructions qui fait de chacun de nous un individu unique. Grâce à cette lecture, les chercheurs peuvent identifier les erreurs dans le texte – les mutations génétiques – qui peuvent provoquer des maladies, de l’autisme au cancer, de la maladie de Parkinson aux pathologies rares.
Et pourquoi cela se passe-t-il ici, chez nous ? Parce que la Vallée d’Aoste a investi, et bien investi. Douze millions d’euros de fonds européens et régionaux ont permis de créer à l’Espace Aosta un centre ultra-moderne, avec deux départements : génomique médicale et génomique computationnelle. On y trouve des machines capables de lire un génome entier en moins de deux jours, des logiciels d’analyse alimentés par l’intelligence artificielle, et surtout une trentaine de chercheurs et techniciens hautement qualifiés, formés grâce à des bourses financées par le Fonds Social Européen.
Ce centre devient le douzième pôle national de l’IIT. Il travaillera avec l’USL de la Vallée d’Aoste et plusieurs hôpitaux et instituts de recherche de Milan, Gênes, Bologne, Bari. Il sera un point de référence en Italie pour l’étude du Parkinson et du cancer du pancréas, deux maladies graves pour lesquelles la génomique ouvre des perspectives de traitement innovantes.
Mais ce n’est pas tout : le projet crée un véritable écosystème de recherche, d’innovation et d’entreprise. Il attire des talents, stimule des start-up, et renforce l’image d’une Vallée d’Aoste qui ne vit pas seulement de paysages, de tourisme et de traditions, mais aussi de science et de futur.
C’est ce qu’a rappelé l’assesseur Luigi Bertschy : « La Vallée d’Aoste affirme son rôle de territoire capable d’exprimer des excellences scientifiques projetées vers l’avenir ». Des mots auxquels a fait écho le directeur scientifique de l’IIT, Giorgio Metta : « Être présents dans les territoires est fondamental. C’est ainsi que la recherche améliore concrètement la vie des gens ».
Autrement dit : la santé personnalisée commence aussi par les Alpes. Et si aujourd’hui les génomes valdôtains entrent dans la grande aventure de la médecine du futur, c’est une bonne nouvelle pour nous tous.