Di Antonio Tarallo - ACI Stampa
Domenica particolare, quella di oggi: è solennità del Corpus Domini. In attesa della Santa Messa di oggi pomeriggio sul sagrato della basilica romana di San Giovanni in Laterano e della processione del Santissimo Sacramento (fino alla basilica di Santa Maria Maggiore) con papa Leone XIV, ecco, a mezzogiorno, immancabile l’Angelus domenicale dal palazzo Apostolico. Papa Leone XIV, comincia proprio con il ricordo della solennità di oggi ed entra subito nel commento al Vangelo di oggi che “racconta il miracolo dei pani e dei pesci”. Un miracolo che riesce a “sfamare le migliaia di persone venute ad ascoltarlo e a chiedere guarigione”, precisa il pontefice.
“Gesù invita gli Apostoli a presentargli il poco che hanno, benedice i pani e i pesci e ordina loro di distribuirli a tutti. Il risultato è sorprendente: non solo ciascuno riceve cibo a sufficienza, ma ne avanza in abbondanza. Il miracolo, al di là del prodigio, è un “segno”, e ci ricorda che i doni di Dio, anche i più piccoli, crescono tanto più quanto più sono condivisi”, continua papa Leone XIV.
Ma, al di là, del miracolo in sé, il pontefice si sofferma poi sulla possibile lettura da dare a questo passo evangelico da mettere quasi in correlazione con il “giorno del Corpus Domini”. Invita così a rifelttere “su una realtà ancora più profonda. Sappiamo infatti che, alla radice di ogni condivisione umana ce n’è una più grande, che la precede: quella di Dio nei nostri confronti. Lui, il Creatore, che ci ha dato la vita, per salvarci ha chiesto a una sua creatura di essergli madre, di dargli un corpo fragile, limitato, mortale, come il nostro, affidandosi a lei come un bambino”. E aggiunge: “Pensiamo a come è bello, quando facciamo un regalo – magari piccolo, proporzionato alle nostre possibilità – vedere che è apprezzato da chi lo riceve; come siamo contenti quando sentiamo che, pur nella sua semplicità, quel dono ci unisce ancora di più a quelli che amiamo”.
Da questo episodio di vita quotidiana, il pontefice ci parla del dono dell’Eucaristia: “Il Signore accoglie, santifica e benedice il pane e il vino che noi mettiamo sull’Altare, assieme all’offerta della nostra vita, e li trasforma nel Corpo e nel Sangue di Cristo, Sacrificio d’amore per la salvezza del mondo. Dio si unisce a noi accogliendo con gioia ciò che portiamo e ci invita ad unirci a Lui ricevendo e condividendo con altrettanta gioia il suo dono d’amore”. Cita poi, sant’Agostino, prima di soffermarsi sull’importanza della Processione Eucaristica di oggi pomeriggio e della Santa Messa: “Ci metteremo in cammino, portando il Santissimo Sacramento attraverso le vie della nostra città. Canteremo, pregheremo e infine ci raccoglieremo davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore per implorare la Benedizione del Signore sulle nostre case, sulle nostre famiglie e su tutta l’umanità”. Una celebrazione - che per papa Leone XIV - vuole essere “un segno luminoso del nostro impegno ad essere ogni giorno, partendo dall’Altare e dal Tabernacolo, portatori di comunione e di pace gli uni per gli altri, nella condivisione e nella carità”.
Dopo la recita dell'Angelus, le parole di papa Leone XIV descrivono lo scenario di guerra presentre in Medio Oriente: "Uno scenario drammatico che include Israele e Palestina". E in questo panorama così devastante "rischia di cadere in oblio la sofferenza quotidiana della popolazione, specialmente a Gaza e negli altri territori dove l'urgenza di un'adeguato sostegno umanitario si fa sempre più pressante". Il grido della pace chiede "responsabilità e ragione" in cui "ogni membro della comunità internazionale ha la responsabilità morale: fermare la tragedia della guerra prima che essa una voragione irreparabile". Ancora una volta papa Leone XIV invoca la pace. Un grido che si spera non rimanga inascoltato.