La pietra eucaristica che fonda la Chiesa torna a farsi strada tra le vie della città. Domenica 22 giugno 2025, la diocesi di Aosta celebrerà la Solennità del Corpus Domini, uno dei momenti liturgici più intensi e visibili della tradizione cattolica, con una messa solenne in Cattedrale alle ore 15.00, presieduta da Mons. Franco Lovignana. Un’occasione tanto spirituale quanto simbolica, quest’anno arricchita dall’ordinazione diaconale del seminarista Simone Garavaglia, ulteriore segno di speranza per una Chiesa locale che continua a coltivare vocazioni.
Il rito culminerà nella processione eucaristica che, come da tradizione, partirà dalla Cattedrale per snodarsi fino alla Chiesa di Sant’Orso, cuore pulsante della fede valdostana. Lì verrà impartita la benedizione solenne, a suggello di un gesto comunitario che unisce la dimensione sacramentale a quella pubblica del culto, offrendo alla città un momento di raccoglimento e testimonianza.
Ad accompagnare i fedeli, anche quest’anno, ci sarà Radio Proposta Aosta, che trasmetterà in diretta la celebrazione a partire dalle ore 14.30, con un’anteprima di approfondimento sul significato del Corpus Domini e sull’importanza dell’ordinazione di un nuovo diacono.
Il Corpus Domini – o più propriamente Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo – è nato nel XIII secolo per volontà di papa Urbano IV, che intese sottolineare con una festa propria la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, al di là della celebrazione del Giovedì Santo, troppo legata alla Passione. Da allora, la processione pubblica con l’ostensorio è divenuta il tratto distintivo della ricorrenza: un popolo in cammino, dietro al Pane consacrato, a indicare che è il Signore stesso a guidare il suo popolo nella storia.
A livello locale, il Corpus Domini rappresenta anche una delle rare occasioni in cui la fede lascia i suoi spazi abituali e si mostra per le strade, coinvolgendo fedeli, clero e comunità religiosa in una dimensione visibile e concreta. È anche un invito a vivere la fede come qualcosa che unisce, che si muove, che interpella il presente.
L’ordinazione di Simone Garavaglia assume in questo contesto un significato particolare. In una realtà diocesana numericamente piccola, ma ricca di storia e di spiritualità, ogni nuova vocazione è una boccata d’aria, un segno che lo Spirito continua a parlare. Il diaconato – primo passo verso il sacerdozio – richiama alla vocazione del servizio, della carità vissuta e dell’annuncio della Parola.
Non si tratta solo di un rito interno alla Chiesa, ma di un evento che riguarda l’intera comunità: un giovane che sceglie di mettersi al servizio, in un’epoca che invita spesso all’autorealizzazione individuale, è di per sé una testimonianza forte.
In un tempo di cambiamenti sociali e religiosi, la processione del Corpus Domini può ancora dire qualcosa: non è solo una tradizione da conservare, ma un gesto che parla di presenza, di speranza e di una fede che non ha paura di uscire e mostrarsi. Anche per questo, chi camminerà dietro l’Eucaristia tra piazza Chanoux e Sant’Orso porterà con sé, oltre al segno del pane, anche il volto vivo di una comunità che non smette di cercare il suo centro.