Una notte senza luci, senza musica e, soprattutto, senza più alibi. Il Questore della Valle d’Aosta ha deciso di mettere fine alla lunga scia di arroganza e illegalità di un ventinovenne residente in un comune della Plaine, imponendogli il divieto di accesso a tutti i pubblici esercizi e locali di trattenimento della regione, dalle 22 alle 6, per i prossimi due anni.
Una misura dura, ma necessaria, figlia di una condotta reiterata e sprezzante delle regole. Il giovane, già destinatario di un divieto d’ingresso in una discoteca di Quart, non solo ha ignorato il provvedimento, ma si è anche reso protagonista di aggressioni verbali e, secondo quanto si apprende, anche fisiche, nei confronti del personale del locale e delle forze dell’ordine intervenute. Un curriculum notturno che non poteva più essere tollerato.
Grazie alle modifiche normative introdotte nel 2020 sul D.A.C.Ur. (Divieto di Accesso ai pubblici esercizi e locali di pubblico trattenimento), lo strumento nelle mani del Questore si è rivelato adeguato per reagire con fermezza a comportamenti che mettono a rischio l’ordine e la sicurezza pubblica. La legge consente infatti, in presenza di reati connessi a disordini gravi avvenuti dentro o nei pressi di locali pubblici, di estendere il divieto a livello provinciale. Ed è proprio ciò che è stato fatto.
Un messaggio chiaro a chi pensa di poter trasformare la notte in zona franca, dove prevaricare e sfidare lo Stato diventa routine. Non in Valle d’Aosta. Ora il giovane dovrà reinventarsi le serate — e magari riflettere su cosa significhi vivere in una comunità dove i diritti, per valere, devono poggiare anche sul rispetto delle regole.





