C’era tutto un popolo a Caselle per stringersi attorno a Mauro Esposito, testimone di giustizia che da anni denuncia la presenza della ’ndrangheta nel Torinese. Tutto, tranne chi avrebbe dovuto rappresentare ufficialmente la città: l’Amministrazione comunale ha scelto il silenzio. Ma la cittadinanza ha risposto in massa, affollando la sala Fratelli Cervi fino all’ultimo posto disponibile, in una serata intensa, emozionante, civile.
L’evento – richiesto a gran voce da una interrogazione del consigliere comunale Endrio Milano e organizzato dall’associazione La Tazzina della Legalità – ha voluto rendere onore al coraggio e all’impegno civile di Esposito, attraverso un riconoscimento simbolico ma carico di significato. Presenti testimoni, familiari di vittime di mafia e protagonisti della lotta alla criminalità organizzata.
“Quella di Mauro è una storia di coraggio, di solitudine, ma anche di rinascita.
È dovere di tutti noi raccontarla, custodirla e farne esempio per le nuove generazioni” ha dichiarato il presidente dell’associazione Sergio Gaglianese.
In platea e sul palco si sono alternati interventi, testimonianze, applausi sinceri e momenti di commozione. È stata anche l’occasione per ricordare la drammatica esperienza di Marco Sorbara, ingiustamente detenuto per 909 giorni, di cui 33 in regime di 41bis: un errore giudiziario che ha devastato la sua vita, e per il quale oggi – nonostante l’assoluzione piena “perché il fatto non sussiste” – continua a pagare le conseguenze nel silenzio assordante delle istituzioni.
Tra gli ospiti: l’europarlamentare Giovanni Crosetto, Salvatore Borsellino (fratello del giudice Paolo), l’onorevole Piera Aiello, il presidente dell’associazione Sergio Gaglianese, Marco Sorbara, Matteo Tubertini, Marisa Garofalo (sorella di Lea), Nicola Catanese, Domenico Scordino, l’onorevole Davide Mattiello e Valentina Sandroni di Libera Piemonte.
La cerimonia ha rappresentato un momento importante per affermare che la lotta alla mafia si fa anche con gesti come questi: pubblici, corali, partecipati. Ma anche per denunciare l’assenza istituzionale di chi avrebbe dovuto essere presente e non lo è stato.
In chiusura, l’associazione La Tazzina della Legalità ha voluto ringraziare: i cittadini casellesi, protagonisti di una partecipazione calorosa e responsabile; gli ospiti intervenuti, per la loro vicinanza e testimonianza; i volontari e le forze dell’ordine, per il loro servizio e supporto.
In un momento storico in cui la Direzione Investigativa Antimafia segnala un aumento delle infiltrazioni ’ndranghetiste nel tessuto economico piemontese, occasioni come questa sono fondamentali. Non per celebrare, ma per costruire consapevolezza e comunità. Non per retorica, ma per giustizia. La vera.