Una camminata non è solo una camminata. Una via ferrata non è solo una scalata. Domenica 22 giugno, alla spettacolare Rocca dei Corvi, in Val Mongia (nei pressi di Ceva), si svolgerà una giornata che unisce sport, solidarietà e ricerca di nuove strade per vivere meglio con il Parkinson. Protagonista assoluto sarà Lodovico Marchisio, 78 anni, ex alpinista, oggi alle prese con il Parkinson e altre patologie, che salirà fino in vetta con l’aiuto del figlio Walter, attraverso un ponte tibetano sospeso su un laghetto incastonato tra le rocce.
Non si tratta solo di una gita, ma della prosecuzione di un progetto che unisce arrampicata e salute, perché oggi sappiamo con certezza che l’arrampicata stimola la produzione di dopamina, fondamentale per contrastare gli effetti degenerativi del Parkinson.
Tutti possono partecipare, anche senza arrampicare
La giornata è aperta a escursionisti, curiosi e turisti. Chi lo desidera potrà semplicemente raggiungere la cascata del torrente ai piedi della Rocca, oppure osservare la salita da un belvedere naturale. Un’ora di passeggiata in un ambiente fresco, rilassante e suggestivo, con la possibilità concreta di “fare parte della causa” con la sola presenza.
Per chi invece vuole affrontare la via ferrata è necessario il kit completo con casco e dissipatore (prenotabile tramite Walter con almeno 4 giorni di anticipo).
📌 Prenotazione obbligatoria al 339 4669102.
Un progetto che va oltre la montagna
Durante la gita verranno effettuate riprese video per documentare l’impresa e raccontare la forza dell’arrampicata come strumento terapeutico. Questo materiale sarà utilizzato per sensibilizzare e supportare un’iniziativa concreta: creare percorsi attrezzati nei “Parchi Avventura” di Cascina Oslera (Parco La Mandria) e Parco Orma (Valle di Susa), accessibili anche a persone con Parkinson o disabilità motorie.
L’obiettivo? Offrire nuove occasioni di movimento, autonomia e speranza. Perché salire una montagna, anche solo per pochi metri, può cambiare il modo in cui guardiamo la malattia.