ATTUALITÀ - 04 giugno 2025, 16:52

Châtillon Lab: idee per ricominciare

Un gruppo di cittadini dà vita a un laboratorio civico per contrastare il declino del paese. L’iniziativa si presenta l’11 giugno e guarda alle elezioni di settembre come occasione per rimettere al centro la Petite Patrie

Châtillon Lab: idee per ricominciare

A Châtillon si accende una scintilla. Non è una lista civica, non è un movimento, non è – almeno per ora – un soggetto politico. Ma ha tutta l’aria di voler dire la sua sul futuro della Petite Patrie, a partire dalla comunità locale. Si chiama CHÂTILLON LAB ed è un gruppo di lavoro nato “da un comune sentire”, come si legge nella nota fondativa, tra persone che condividono esperienze diverse ma una stessa preoccupazione: il lento declino economico e sociale del paese.

Senza simboli, senza bandiere, senza velleità di poltrone. L’intento dichiarato è semplice e ambizioso: riattivare energie, stimolare idee, restituire identità a una comunità che rischia di perdere la propria anima tra spopolamento, frammentazione e senso di rassegnazione.

A comporre il comitato sono Roberto Bagattin, Piergiorgio Brunod, Elisa del Pesco, Silvano Ferretti, Marco Fiore, Diego Joyeusaz, Guido Lucchetti, Roberto Oggiani, Walter Pivato, Romano Sarvadon ed Eligio Torreano. Nomi diversi per età, percorsi e sensibilità, uniti dal desiderio di “fare qualcosa”. Non contro qualcuno, ma per qualcosa.

In questi mesi si sono incontrati, hanno discusso, si sono confrontati. E da questa discussione è nato un documento programmatico, frutto di idee condivise, proposte concrete e suggestioni su come rilanciare il ruolo di Châtillon nel contesto regionale.

Il documento verrà presentato mercoledì 11 giugno alle ore 20.30 presso la Sala Don Paolo Chasseur del Comune di Châtillon, in via E. Chanoux 11, durante un incontro aperto a tutta la cittadinanza.

Il calendario non è casuale. A settembre 2025 la Valle d’Aosta andrà alle urne per rinnovare sia il Consiglio Valle che numerose amministrazioni comunali. CHÂTILLON LAB, pur dichiarandosi apolitico e senza ambizioni elettorali, potrebbe fungere da stimolo e da catalizzatore: un laboratorio di idee che invita le forze politiche e i candidati – di qualsiasi colore – a fare i conti con le reali necessità dei territori e delle persone.

Una sorta di "manuale di istruzioni" dal basso, redatto da chi vive e conosce la realtà locale, e che ora chiede di essere ascoltato. Non per salire su un palco, ma per rimettere in circolo quel capitale umano che spesso rimane silente.

Se avrà un seguito, lo dirà il tempo. Intanto, il messaggio è chiaro: la politica può – e deve – ripartire dai paesi. E forse, per cambiare davvero, ha bisogno proprio di laboratori come questo.

pi.mi.

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