Non erano partite per vincere.
Non era quello l’obiettivo.
Avevano messo nello zaino speranze, paura, determinazione, una sciarpa viola… e una diagnosi che ti cambia la vita.
Invece sono tornate con due medaglie d’oro, nel RX e nello slalom, al collo.
Ma soprattutto con una verità nuova nel cuore: “Si può rinascere, insieme, anche remando controcorrente.”
Sono Tiziana, Franca, Laura e Rubina, le “violette dell’acqua” dell’Associazione VIOLA, protagoniste della Next Generation Rafting Cup in Serbia, parte del progetto europeo RaftPink. Una competizione sportiva, certo. Ma soprattutto un viaggio esistenziale. Una risposta viva, rumorosa, colorata, a chi ancora crede che dopo un tumore la vita sia una discesa verso l’ombra.
“Siamo salite su quel gommone da principianti e siamo scese da campionesse, ma non solo nello sport”, dice Tiziana Frassy, vicepresidente di VIOLA. “Abbiamo remato come donne che hanno già affrontato la tempesta e che ora non hanno più paura dell’acqua.”
Il podio della gara, da sx: Club Zadar Croazia 3 capitano Mira Jakupovic, al centro Tiziana Frassy (Vice Presidente di VIOLA), a destra Club Zadar Croazia 2 capitano Dubravka Karlovic
🌸 Il progetto RaftPink: lo sport come seconda nascita
Nato nel 2025, RaftPink unisce Italia, Croazia e Serbia per promuovere il rafting non solo come disciplina sportiva, ma come terapia fisica ed emotiva per donne colpite da tumore.
In Valle d’Aosta, è il Rafting Aventure di Villeneuve ad accogliere l’iniziativa, coinvolgendo 12 donne dell’Associazione VIOLA. Insieme, hanno scoperto che l’acqua è più di un elemento naturale: è uno specchio dell’anima, una maestra di equilibrio, una corrente che può riportarti a galla.
“Il rafting è la metafora perfetta del cancro: onde impreviste, paura, ma anche spiragli di calma. La pagaia è la forza che ci costruiamo, il gruppo la nostra ancora”, racconta Cristina, del Direttivo di VIOLA.
“Solo remando insieme si resta a galla.”
🌧️ Freddo, pioggia e poi l’oro
A Kraljevo, le 4 violette sono arrivate sotto una pioggia battente, stanche dopo 12 ore di viaggio. Ma non si sono piegate. Hanno affrontato le rapide con la stessa grinta con cui hanno affrontato la chemio, le paure, il futuro incerto.
Hanno vinto tutto.
Ma quello che hanno vinto non si pesa in medaglie. È un senso nuovo di sé. È la certezza che nulla è finito. Che ogni ostacolo è solo un’onda da cavalcare.
💜 Oltre il traguardo: “La vita che ci scorre dentro”
“Non è solo rafting. È l’occasione per rimettersi al centro della propria esistenza. Per riconoscere il proprio corpo non più come campo di battaglia, ma come barca che può ancora navigare.
È l’inizio di una nuova storia”, dice ancora Cristina.
A dimostrarlo sono le loro risate attorno al fuoco, le lacrime dopo la gara, gli abbracci stretti come le corde dei gommoni. Donne diverse, ma unite da una stessa corrente invisibile. Hanno scoperto angoli nascosti della Valle d’Aosta e se stesse. Hanno condiviso il peso e la bellezza di ogni pagaia affondata nell’acqua.
🙏 Grazie a chi ha reso possibile il sogno
Un grazie di cuore va a Danilo Barmaz per il coinvolgimento dell’Associazione, a sua figlia Gail, anima del Rafting Aventure, e alle guide Letizia Lauri e Nicolò Di Marco, compagni di fiume e d’anima.
“Perché si può vincere una gara.
Ma la vittoria più grande è restare in piedi — anzi, sedute in un gommone — a sorridere sotto la pioggia, sapendo che il peggio è passato e il bello sta tornando.”
(Cristina, Associazione VIOLA)