ECONOMIA - 31 maggio 2025, 16:45

Saint-Vincent rinuncia all’online: cosa si nasconde dietro la scelta del casinò?

Alle 17 del 30 maggio è scaduto il termine per richiedere la concessione per l’online gaming in Italia. Venezia e Sanremo ci sono, Saint-Vincent e Campione restano fuori. Perché la Casa da gioco valdostana ha deciso di non presentarsi al tavolo? Scenari, ipotesi e interrogativi su una partita strategica per il futuro del settore

Saint-Vincent rinuncia all’online: cosa si nasconde dietro la scelta del casinò?

Alla scadenza delle ore 17 di giovedì 30 maggio, il mercato del gioco online italiano ha chiuso una finestra importante: quella per richiedere una delle cinque concessioni disponibili, della durata di nove mesi, messe in palio dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Costo: 7.000.000 euro. In palio, invece, molto di più. E tra chi ha rilanciato c’erano i Casinò di Venezia e Sanremo. Due partecipazioni che fanno rumore. Ma a far ancora più rumore è chi ha scelto di non esserci: Saint-Vincent e Campione d’Italia.

Per la Casa da gioco valdostana, il silenzio pesa. Perché? Quale direzione sta prendendo l’amministrazione straordinaria della struttura? La mancata partecipazione può essere letta come un segnale politico, economico o strategico?

Non si tratta soltanto di un click mancato su una piattaforma. È un’indicazione di rotta. Venezia e Sanremo hanno colto l’occasione per rafforzare il brand in rete e cercare nuove entrate. Saint-Vincent invece no. Forse non crede nel ritorno dell’online? O forse si prepara a un cambio di governance e attende sviluppi sulla gestione? Dopotutto, con un costo d’ingresso così contenuto, sarebbe bastato anche solo prenotare la presenza per poi decidere cosa farne.

E c’è un altro dettaglio: Saint-Vincent, in passato, ha operato come “skin”, cioè attraverso una piattaforma di terzi, senza concessione diretta. La scelta di restare fuori oggi, mentre altri casinò cercano di strutturarsi con un’autonomia operativa piena, può suggerire la volontà di restare agganciati a modelli precedenti? Oppure si tratta di una rinuncia temporanea, in attesa di una più ampia revisione aziendale?

Il gioco online rappresenta una fetta crescente del mercato dell’intrattenimento: i dati lo confermano da anni. Se il casinò in presenza fatica, quello in rete cresce. Eppure, Saint-Vincent sembra sfilarsi. Una rinuncia che solleva interrogativi:

È una scelta dettata da limiti tecnici o organizzativi interni? L’amministrazione ha ricevuto un mandato restrittivo e punta solo sul rilancio fisico della struttura? Oppure è già stato deciso un futuro in continuità, magari in attesa di una nuova privatizzazione o ristrutturazione?

Quel che manca, ancora una volta, è una comunicazione trasparente. Nessuna nota ufficiale, nessuna spiegazione da parte della Casa da gioco o da parte dei rappresentanti istituzionali. E questo, in una realtà pubblica (o semi-pubblica), è un punto debole. Perché se la partita si gioca anche sulla fiducia dei cittadini-contribuenti, allora è fondamentale spiegare perché si scelga di non giocare.

j-p.sa

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