ECONOMIA - 31 maggio 2025, 13:56

Cooperative valdostane: 103 milioni di futuro. Uniti si vince

All’assemblea ordinaria della Fédération des Coopératives Valdôtaines, riflessioni e numeri di un sistema che continua a crescere e che guarda avanti, tra sfide globali e nuove opportunità locali. Casola: «Solo uniti possiamo innovare e valorizzare la nostra identità»

Cooperative valdostane: 103 milioni di futuro. Uniti si vince

In un mondo che corre verso l’incertezza tra guerre, instabilità economica e rincari continui, c’è una Valle che fa quadrato. È la Valle delle cooperative. E non lo dico io, lo dicono i numeri snocciolati mercoledì 28 maggio durante l’Assemblea ordinaria dei soci della Fédération des Coopératives Valdôtaines, riunita nella sede di Rue de la Maladière a Saint-Christophe.

Sono 250 gli enti aderenti, tra cui 88 cooperative, 146 Consorzi di Miglioramento Fondiario e 16 soggetti diversi, che aggregano complessivamente oltre 60.000 soci. E il dato più eclatante? Il fatturato aggregato delle cooperative ha superato i 103 milioni di euro nel 2024, con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente.

Ma dietro ogni cifra, c’è una visione. Ed è quella ribadita dal presidente Davide Casola, che ha aperto i lavori con parole che meritano di essere scolpite in agenda:

«La sfida attuale che noi dobbiamo affrontare è quella di salvaguardare, consolidare e traghettare le cooperative nel futuro, cercando di mettere in campo progetti e competenze in grado di gestire al meglio i più complessi contesti che probabilmente ci attendono».

Il messaggio è chiaro: nessuno si salva da solo. Il futuro cooperativo valdostano si costruisce su un’idea forte di comunità, in cui “visione d’insieme” e “sinergia” non sono parole d’uso comune, ma scelte politiche quotidiane:

«Capire, anche se so che è un tema difficile, che la cultura dell’agire insieme [...] costituisce un valore aggiunto capace di offrire nuove opportunità e generare effetti positivi per tutti i soci».

Parole che fanno riflettere, specie in un’epoca in cui anche l’economia tende all’individualismo esasperato. La Fédération si propone come un vero “laboratorio di democrazia economica”, che cerca risposte comuni a sfide globali.

La Valle d’Aosta, in questo quadro, non è solo lo sfondo, ma motore attivo di crescita. Il prodotto regionale ha recuperato i livelli pre-pandemici, sostenuto soprattutto dal turismo. Il mercato del lavoro sorride: occupati in aumento del 3% e disoccupazione ai minimi dal 2018 con circa 2.400 unità. Numeri incoraggianti che fanno da contraltare al contesto globale, ma che vanno messi a sistema con politiche lungimiranti e strumenti solidi, come quello cooperativo.

Tra i punti chiave dell’assemblea, il tema del ricambio generazionale e della formazione cooperativa nelle scuole, affidato all’azione di IRECOOP, l’istituto formativo della Fédération. Casola insiste:

«Va ricordata, pensando proprio al futuro, l’attenzione rivolta alla promozione della cultura di modelli d’impresa partecipativa e mutualistica nelle scuole».

L’idea? Insegnare ai giovani valdostani che fare impresa non significa solo cercare profitto, ma valorizzare le persone, i territori e le relazioni. Non solo: grazie alla Banca di Credito Cooperativo Valdostana, è attivo anche un progetto di educazione finanziaria, che avvicina gli studenti ai concetti di pianificazione, risparmio e rischio.

L’assemblea ha visto la presenza dei massimi rappresentanti istituzionali regionali: il Presidente Renzo Testolin, l’Assessore allo sviluppo economico Luigi Bertschy, l’Assessore all’agricoltura Marco Carrel e, tra il pubblico, anche l’Assessore al Turismo. Un segnale importante, che testimonia la volontà della politica di fare sistema con chi sul territorio lavora e produce, in modo etico e partecipativo.

In un mondo dove il capitale comanda e la speculazione detta legge, l’esperienza cooperativa valdostana rappresenta una terza via. Non è solo romanticismo mutualista, è resilienza organizzata. Se la politica vorrà davvero accompagnare questi mondi e non solo applaudirli, allora la Valle potrà essere un modello nazionale di sviluppo armonico, sostenibile e radicato.
Ma serve coraggio. E coesione.

pi.mi.

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