Salute in Valle d'Aosta - 28 maggio 2025, 14:06

Salute, generazione sconnessa: 1 giovane su 5 non conosce il proprio medico di famiglia

Un’indagine nazionale della Fondazione GIMBE rivela il preoccupante distacco tra gli adolescenti e il Servizio Sanitario Nazionale. Poca consapevolezza sul ticket, sull’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico e sugli screening oncologici. Boom dell’Intelligenza Artificiale, ma senza una formazione adeguata rischia di diventare veicolo di disinformazione. Coinvolti oltre 5.500 studenti in tutta Italia. Il progetto “La Salute tiene banco” punta a formare cittadini più consapevoli. E la Valle d’Aosta?

Nino Cartabellotta, pres. Fondazione Gimbe

Nino Cartabellotta, pres. Fondazione Gimbe

Un giovane su cinque non conosce il proprio medico di famiglia. Oltre la metà degli studenti delle scuole superiori non sa a cosa serva il ticket sanitario. Più dell’80% non ha mai usato il Fascicolo Sanitario Elettronico, mentre la maggior parte ignora quali siano gli screening oncologici gratuiti offerti dal Servizio Sanitario Nazionale. Eppure, quasi 4 ragazzi su 10 usano quotidianamente l’intelligenza artificiale, spesso senza le competenze per distinguere tra verità scientifica e fake news.

Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine della Fondazione GIMBE, condotta tra ottobre 2024 e marzo 2025 in 30 scuole italiane, con il coinvolgimento diretto di 5.500 studenti degli ultimi anni delle superiori. Il progetto si chiama “La Salute tiene banco” e si pone un obiettivo semplice quanto ambizioso: avvicinare i giovani alla sanità pubblica, formandoli come cittadini consapevoli, capaci di difendere un diritto costituzionale troppo spesso dato per scontato.

«Senza una cultura della salute – avverte Nino Cartabellotta, presidente di GIMBE – i ragazzi rischiano di diventare consumatori passivi e disinformati, influenzati da contenuti ingannevoli e poco capaci di interagire con un sistema sanitario sempre più digitalizzato».

E in Valle d’Aosta? La regione non è direttamente menzionata nell’elenco delle città dove si sono svolti gli incontri, ma i risultati dell’indagine pongono interrogativi anche sul nostro territorio: quanto ne sanno davvero i nostri studenti valdostani di medicina generale, di screening oncologici, di ticket e di fascicolo sanitario elettronico? Queste lacune informative attraversano l’intero Paese e non risparmiano nessuna regione, specialmente quando il SSN – per motivi culturali, geografici o infrastrutturali – viene percepito come lontano.

Secondo l’indagine, il 16,7% degli studenti italiani non sa nemmeno chi sia il proprio medico di famiglia, una cifra che denuncia un problema strutturale: il passaggio burocratico dal pediatra al medico di medicina generale, che avviene a 14 anni, non è accompagnato da nessuna forma di transizione educativa. Questo lascia i ragazzi senza un riferimento sanitario proprio nel momento in cui iniziano a sviluppare nuove fragilità.

Il 53,6% ignora del tutto il significato del ticket: la piccola, ma importante, compartecipazione alla spesa sanitaria pubblica. Oltre l’80% non ha mai fatto uso del Fascicolo Sanitario Elettronico, strumento chiave per la sanità digitale. Più della metà degli studenti non conosce i tre screening oncologici gratuiti – mammella, collo dell’utero e colon-retto – che il SSN garantisce tra i Livelli Essenziali di Assistenza.

E c’è anche chi crede che fare controlli diagnostici per tutti i tumori sia sempre utile: un errore di percezione che alimenta consumismo sanitario, sovradiagnosi e sprechi. E cosa dire del consumo di antibiotici? Uno su cinque ne ha ricevuti spesso per infezioni respiratorie, segno che l’inappropriatezza prescrittiva è ancora un problema diffuso.

Il dato più sorprendente – e forse più spiazzante – è che l’82% degli studenti utilizza strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT. Nonostante ciò, mancano percorsi formativi adeguati per usarli in maniera critica, soprattutto in ambito sanitario. Il rischio? Che i ragazzi, pur informatissimi, diventino disinformati. Esattamente l’opposto dell’obiettivo.

«Senza alfabetizzazione sanitaria e digitale – sottolinea Cartabellotta – l’IA rischia di essere un’arma a doppio taglio: uno strumento potente che però, se usato senza criterio, può creare più danni che benefici».

Proprio per rispondere a queste carenze, GIMBE ha lanciato il progetto “La Salute tiene banco”, che ha già toccato 13 regioni italiane. Gli studenti, durante gli incontri, rispondono a sondaggi interattivi, partecipano a dibattiti, apprendono nozioni basilari di educazione sanitaria. Lo scopo è semplice: formare cittadini informati e partecipi, capaci di navigare nel sistema sanitario con consapevolezza.

L’iniziativa pone una sfida chiara anche per la nostra regione: portare l’educazione alla salute nelle scuole, promuovere la cultura della prevenzione e formare una generazione di giovani che sappia cosa significa davvero avere un SSN. In un territorio autonomo come il nostro, piccolo ma orgoglioso, queste carenze potrebbero essere affrontate con maggiore agilità, se vi fosse la volontà politica e amministrativa di farlo.

Perché senza conoscenza, anche il diritto alla salute può diventare una scatola vuota. E non possiamo permettercelo.

pi.mi.

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