All’Assemblea generale AVIS 2025 a Brescia, la delegazione valdostana rilancia la missione della solidarietà: più cultura del dono, più informazione, più giovani. Ingrid Brédy eletta nel Consiglio nazionale.
“La misura della vita non è la sua durata, ma la sua donazione” Corrado Augias. C’è un filo rosso – è proprio il caso di dirlo – che attraversa la nostra società e la tiene unita nei momenti più fragili. È il filo del volontariato. Invisibile ai più, ma tenace. Non fa rumore, non chiede nulla in cambio, ma cambia il mondo. Un gesto alla volta. Un litro alla volta.
È anche per questo che la delegazione dell’AVIS Valle d’Aosta ha partecipato, con orgoglio e spirito di servizio, all’Assemblea generale dell’AVIS 2025, che si è svolta lo scorso fine settimana a Brescia, al Brixia Forum, alla presenza di oltre 1200 delegati da tutta Italia. Lì dove si tracciano le strategie future, si celebrano i risultati e si accende ancora una volta la scintilla di un impegno che non conosce sosta.
A rappresentare la nostra regione c’erano Irma Moro, attuale presidente regionale, la presidente uscente Ingrid Brédy, i presidenti comunali di Ayas, Verrès e Villeneuve – Mara Bionaz, Matteo Pini e Claudio Fenoil – oltre a Matteo Del Col, del gruppo giovani AVIS VdA, e Danilo Gens. Un gruppo coeso, motivato, che ha portato in Lombardia la voce di una piccola regione con una grande coscienza civica.
L’Assemblea ha sancito un passaggio importante: l’elezione di Ingrid Brédy a Consigliere nazionale per il triennio 2025-2028. Un segnale di fiducia per il lavoro svolto e una responsabilità per il cammino futuro. Perché il volontariato non è una medaglia da appendere, ma un viaggio continuo nella direzione dell’altro.
Durante il suo intervento, la presidente Irma Moro ha ricordato con forza che “la nostra piccola regione conta 15 comunali attivissime sul territorio. Siamo presenti ovunque: dalle scuole alle radio, dalle piazze alle cerimonie civiche, perché c’è ancora tanto da spiegare. Molti ignorano l’utilità del plasma o cosa siano le immunoglobuline e i plasmaderivati. Ma quando la vita chiama, è tardi per imparare: bisogna essere pronti prima.”
Ed è proprio questo il cuore del messaggio: informare per formare. Perché donare non è solo un gesto, è una cultura.
Il dato è chiaro: la Valle d’Aosta è virtuosa nella raccolta di sangue, tanto da poterne cedere una parte alla Sardegna. Ma sul plasma c’è ancora strada da fare. L’autosufficienza non è un’utopia, ma un obiettivo concreto. Che si raggiunge coinvolgendo i giovani, spiegando, raccontando, vivendo la donazione come un fatto quotidiano.
“La donazione significa guardare e andare oltre sé stessi”, ha ricordato la presidente Moro citando Papa Francesco. “È uno sguardo che si allarga, un cuore che si allunga verso l’altro”.
E proprio per coinvolgere anche con il sorriso, il 13 giugno – in occasione della Giornata Mondiale del Donatore – arriverà per la prima volta in Valle d’Aosta lo spettacolo “Il riso fa buon sangue”, con comici di fama nazionale. Un momento per unire leggerezza e consapevolezza, e per fare comunità attorno a un messaggio di vita. A completare l’iniziativa, diversi monumenti e municipi saranno illuminati di rosso, grazie a un protocollo con il CELVA. Un piccolo segno visibile, ma potente.
In un tempo che esalta l’individualismo, chi dona sangue, chi promuove, chi educa, chi fa parte dell’AVIS compie una scelta controcorrente, scegliendo la collettività. È una forma di resistenza civile, una scuola di umanità.
“Il volontariato non risolve tutto, ma ricorda a tutti cosa conta davvero”, scriveva Gino Strada. E mai come oggi abbiamo bisogno di ricordarlo.
Il sangue non si produce in laboratorio. È un patrimonio umano, che esiste solo se c’è qualcuno disposto a condividerlo. Donarlo è un atto silenzioso, ma potentissimo. È il gesto più semplice e più rivoluzionario che possiamo compiere in una società distratta.
E allora sì, in Valle d’Aosta possiamo dirlo a voce alta: c’è chi dona, c’è chi forma, c’è chi costruisce un domani più giusto.
E tutto questo ha un nome: volontariato.
Un nome che vale la pena ricordare. E vivere.