CRONACA - 26 maggio 2025, 21:24

Colpita una scuola a Gaza: il CNDDU grida il suo sdegno. "Il silenzio è complicità"

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, con il presidente Romano Pesavento, condanna con fermezza l’attacco israeliano che ha colpito una scuola a Gaza provocando decine di vittime. Appello alle istituzioni e alle scuole italiane: "Non voltate lo sguardo"

Colpita una scuola a Gaza: il CNDDU grida il suo sdegno. "Il silenzio è complicità"

Colpita una scuola. Non una base militare, non un deposito di armi. Una scuola.
Un luogo che, in ogni angolo del mondo, dovrebbe essere sinonimo di vita, di futuro, di speranza. E invece, nel quartiere di Al-Daraj a Gaza, si è trasformato in una tomba collettiva per almeno 36 persone, tra cui donne e bambini. Le tende che accoglievano famiglie sfollate sono state avvolte dalle fiamme, lasciando dietro di sé solo macerie e l’odore acre dell’ingiustizia.

A sollevare con forza una voce di sdegno e dolore è il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), presieduto dal professor Romano Pesavento, che in una nota durissima lancia un grido che non può essere ignorato:

“Colpire una scuola è un atto che travalica ogni limite di umanità. È una ferita gravissima ai diritti fondamentali, in particolare a quello all’istruzione, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”.

Il CNDDU non si limita alla condanna. Esige. Pretende.
Chiede un intervento immediato dell’ONU, dell’Unione Europea e della diplomazia italiana per giungere a un cessate il fuoco e a una soluzione umanitaria concreta. Chiede il rispetto rigoroso del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le forze coinvolte. Chiede la protezione assoluta dei minori, delle scuole, degli ospedali, dei luoghi di rifugio.

E, soprattutto, lancia un appello che è un pugno allo stomaco e insieme un abbraccio alla coscienza collettiva:

“Ci rivolgiamo ai giovani, agli studenti, agli educatori di ogni ordine e grado: non voltate lo sguardo. Di fronte a crimini che colpiscono i vostri coetanei dall’altra parte del Mediterraneo, la vostra voce può e deve essere un ponte di pace, un gesto di solidarietà, una presa di posizione civile e consapevole”.

Il CNDDU invita le scuole italiane a promuovere momenti di riflessione, letture, dibattiti, assemblee, per non restare indifferenti. Perché la scuola, oggi più che mai, non è solo un luogo di apprendimento, ma un presidio attivo di democrazia e di pace.

“In questo momento storico, il silenzio è complice. Che la scuola italiana diventi coscienza viva e vigile del nostro tempo”.

Parole dure. Necessarie. Che bruciano come le tende in fiamme di Al-Daraj, ma che illuminano anche una strada possibile: quella dell’umanità che non arretra, nemmeno di fronte all’orrore.

pi.mi.

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