ECONOMIA - 24 maggio 2025, 13:23

Sciopero totale alla Lidl di Saint-Christophe, serrande abbassate

Adesione massiccia in Valle d’Aosta alla giornata di sciopero nazionale dei dipendenti Lidl. A Saint-Christophe il punto vendita è rimasto chiuso. Raffaele Statti (UilTuCs): “Azienda sorda alle richieste, lavoratori determinati a farsi ascoltare”

Sciopero totale alla Lidl di Saint-Christophe, serrande abbassate

Serrande abbassate e dipendenti uniti nella protesta: lo sciopero nazionale indetto dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTuCs Uil per il rinnovo del contratto integrativo aziendale ha trovato una delle sue espressioni più incisive in Valle d’Aosta. A Saint-Christophe, dove sorge l’unico punto vendita Lidl della regione, la mobilitazione è stata totale, al punto che l’azienda ha deciso di chiudere l’attività per l’intera giornata di sabato 24 maggio.

L'agitazione segue la rottura del tavolo negoziale, avvenuta il 14 maggio a Bologna, quando le proposte aziendali sono state giudicate “del tutto insufficienti” dalle segreterie sindacali. La spaccatura si è poi allargata nel corso delle settimane, fino alla proclamazione dello sciopero.

La partecipazione massiccia allo sciopero è la dimostrazione che le lavoratrici e i lavoratori non sono più disposti a tollerare condizioni contrattuali inadeguate”, ha dichiarato Raffaele Statti, segretario regionale UilTuCs Valle d’Aosta. “Il punto vendita di Saint-Christophe ha risposto in blocco, mostrando una compattezza che merita il massimo rispetto e attenzione”.

Le ragioni della vertenza toccano nodi strutturali del lavoro nella grande distribuzione. Le sigle sindacali chiedono un adeguamento economico coerente con la crescita costante del gruppo Lidl, che ha superato i 7 miliardi di fatturato e registrato un utile ante imposte di circa 1,3 miliardi di euro. A fronte di questi numeri, secondo i sindacati, l’offerta avanzata dalla direzione aziendale risulta del tutto inadeguata.

Non si tratta solo di salario. Al centro del malcontento ci sono anche l’organizzazione del lavoro, i carichi e gli orari, e in particolare la situazione dei contratti part-time, che rappresentano circa il 75% del personale. L’azienda ha proposto di portare l’orario minimo settimanale a 25 ore, ma senza garanzie sufficienti.

Ci si aspetta da un’azienda leader del settore una maggiore responsabilità sociale”, ha aggiunto Statti. “Non si può ignorare che dietro le cifre record di bilancio ci sono persone che chiedono semplicemente dignità, equilibrio e riconoscimento”.

La mobilitazione non si ferma qui: oltre al blocco degli straordinari e dei supplementari, le sigle sindacali non escludono nuove giornate di sciopero a livello territoriale, se non ci saranno segnali di apertura da parte dell’azienda.

Intanto, la giornata di sabato rappresenta un segnale forte partito dalla Valle d’Aosta, che rilancia con decisione un messaggio chiaro: i lavoratori della grande distribuzione meritano rispetto, tutele e condizioni all’altezza della loro professionalità.

je.fe.

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