Le carceri italiane sono al collasso. Sovraffollate, abbandonate, diventate bombe sociali pronte a esplodere. Ma il governo resta a guardare. Neanche un sussulto, neanche una parola concreta da chi dovrebbe vigilare sulla sicurezza e sulla dignità del sistema penitenziario. E tra i silenzi più assordanti, spicca quello di chi, in teoria, dovrebbe avere a cuore il destino della Valle d’Aosta: la senatrice leghista Nicoletta Spelgatti, sempre pronta a magnificare gli “stanziamenti” ministeriali come fossero elemosine di corte, ma incredibilmente assente quando si parla del carcere di Brissogne, simbolo di un’Italia che abdica al suo dovere istituzionale.
A rompere il muro dell’indifferenza è ancora una volta l’onorevole Franco Manes, che oggi ha depositato un’interrogazione urgente al Ministro della Giustizia, chiedendo conto della drammatica situazione del carcere valdostano. Una struttura dove gli agenti scappano, i detenuti si ribellano e i segnali di cedimento si moltiplicano. 112 agenti in servizio su 138 previsti, turni massacranti, dimissioni volontarie, casi di autolesionismo e tentati suicidi. E mentre il personale grida disperatamente aiuto, il Viminale – con Matteo Salvini ancora saldamente sulla poltrona di ministro dell’Interno – si limita all’inazione.
«Serve un intervento immediato, serio e strutturale. Non bastano parole o passerelle. Qui è in gioco la tenuta del sistema penitenziario valdostano», ha dichiarato Manes con chiarezza.
Non è la prima volta che il deputato valdostano solleva la questione. Già nel luglio 2024 aveva ottenuto una risposta dal ministro Carlo Nordio, il quale ammise l’esistenza del problema. Ma da allora nulla è cambiato. Nessun piano straordinario, nessun incentivo concreto per rendere attrattiva una sede difficile e costosa come quella di Brissogne. Solo silenzi e rimpalli, in perfetto stile ministeriale.
Nel frattempo, si moltiplicano le segnalazioni dei sindacati, della direzione del carcere, degli operatori che ogni giorno provano a garantire un minimo di umanità e sicurezza tra quelle mura. Ma chi ha responsabilità di governo sembra non voler ascoltare.
E cosa dice la senatrice valdostana Nicoletta Spelgatti, paladina della propaganda leghista in salsa locale? Nulla. Silenzio totale. Nessuna presa di posizione, nessuna proposta, nessuna interrogazione. Fa notizia solo quando c’è da intestarsi fondi già dovuti alla Regione, spacciati per “regali” del suo Capitano. Ma sui temi veri, quelli che toccano la carne viva della società, si trincera dietro una comoda assenza.
La verità è che il carcere di Brissogne è il paradigma di una crisi nazionale, di un governo incapace di affrontare la complessità, di ministri – da Nordio a Salvini – che usano le divise solo per fare campagna elettorale, e di parlamentari che scelgono il silenzio quando servirebbe coraggio.
Se oggi c’è ancora chi alza la voce in Parlamento per difendere la Valle, è solo grazie a chi, come l’on. Manes, ha il coraggio di agire senza calcoli elettorali. Il resto – il governo, il ministro Salvini, la senatrice Spelgatti – è solo rumore di fondo, assenza che fa male, vuoto che grida.