CRONACA - 20 maggio 2025, 10:17

Ancora notte di fuoco e terrore nel carcere di Brissogne

Materassi incendiati, agenti richiamati d’urgenza, istituto a rischio collasso. l’osapp denuncia: “emergenza fuori controllo, lo stato abbandona le carceri”

Il carcere di Brissogne

Il carcere di Brissogne

Ancora una notte di paura e caos nel carcere di Brissogne. Poco prima della mezzanotte, nella sezione B02 della Casa Circondariale di Aosta, un gruppo di detenuti ha messo in atto una protesta violenta, incendiando materassi, stracci e suppellettili, lanciando bombolette e oggetti infiammabili nel corridoio. Una vera e propria rivolta interna, durata oltre due ore, che ha compromesso la sicurezza dell’intero istituto.

L’allarme è scattato intorno alle 00:00. Le fiamme e i fumi tossici hanno richiesto il richiamo urgente del personale di Polizia Penitenziaria libero dal servizio, che ha operato in condizioni estreme, rischiando la propria incolumità per contenere l’emergenza. Solo alle due del mattino la situazione è rientrata sotto controllo, ma la tensione resta altissima e le domande sul futuro del carcere si fanno sempre più drammatiche.

A lanciare un grido di allarme è Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), che non usa mezzi termini:

«Per quanto riguarda il carcere di Aosta non abbiamo più parole. Ogni giorno si verificano situazioni ingestibili, prevedibili, ma ignorate da chi dovrebbe prevenire e intervenire con organici adeguati, trasferimenti e sanzioni disciplinari. Il risultato è un sistema al collasso, con continue devastazioni a spese dei contribuenti».

Il sindacato denuncia da tempo lo stato critico e strutturale della detenzione in Valle d’Aosta e in Italia. La risposta istituzionale, secondo l’OSAPP, è stata finora fallimentare:

«Le misure annunciate dal sottosegretario Delmastro, come i gruppi di intervento rapido GIO e GIR, si stanno rivelando inutili: il personale invece di intervenire, resta a presidiare le palestre».

Ma a preoccupare ancor di più è l’assenza di un vertice nazionale credibile all’interno dell’amministrazione penitenziaria.

«Siamo di fronte a un’Amministrazione allo sbando. Si parla di un nuovo capo del DAP estraneo al contesto carcerario. Un errore gravissimo, che rischia di aggravare una crisi già fuori controllo», denuncia Beneduci.

Infine, un appello diretto al Quirinale:

«Chiediamo l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Governo non può continuare a sottovalutare una realtà così drammatica. Non si tratta solo di detenuti: in gioco c’è la sicurezza di agenti, operatori e della collettività».

Mentre si attende un’indagine sugli ultimi disordini, la sensazione è che la miccia sia accesa e che senza risposte urgenti, il carcere valdostano possa diventare il simbolo di un sistema penitenziario ormai imploso.

Jean Felix

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