ATTUALITÀ POLITICA - 16 maggio 2025, 09:00

Cva, un gioiello in ombra: giusta l’inquietudine, ma serve ora una scossa di trasparenza

Arriva in redazione una lettera accorata che mette in luce gravi dubbi sulla gestione e sulla trasparenza di CVA, il gioiello energetico di proprietà dei valdostani. Tra conflitti d’interesse, debiti milionari di una società controllata, pressioni politiche e un’inspiegabile silenzio delle istituzioni, emerge un quadro preoccupante che chiama a un urgente intervento di chiarezza e responsabilità. La lettera sottolinea come, in assenza di una politica vigile e di un’informazione chiara, rischiano di essere compromessi non solo i conti ma la stessa autonomia della Valle d’Aosta

Cva, un gioiello in ombra: giusta l’inquietudine, ma serve ora una scossa di trasparenza

Buongiorno Direttore,

non trova inquietante quanto si legge su un quotidiano in relazione al bilancio EOS CVA?
Prima arriva una lettera dell’ex presidente di Finaosta, che lamenta poca trasparenza da parte di CVA e denuncia di non aver ricevuto informazioni da CVA, nonostante Finaosta fosse la controllante per conto della Regione; inoltre lamenta pressioni da parte di un componente del governo regionale per autorizzare aumenti di stipendio ai manager.
Successivamente, un componente della maggioranza porta in Consiglio una visura camerale in cui risulta un conflitto di interesse da parte di un componente del consiglio di amministrazione di CVA.
Ora prendiamo atto, da un articolo del quotidiano, che la EOS ha debiti nei confronti della controllante CVA Spa pari a 370 milioni e che chiude il bilancio con 5 milioni di perdite.

Il quotidiano riporta inoltre quanto detto e letto in Consiglio dal capogruppo UV:
«La società di revisione evidenzia la responsabilità dell’amministratore unico per la redazione del bilancio». Lo scrive e lo ripete. Peccato che la CVA EOS non abbia un amministratore unico, ma un consiglio di amministrazione. Ciò significa che il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale e il rappresentante del socio (Finaosta) non hanno letto i documenti che compongono il fascicolo di bilancio.

Contraddizioni nella relazione della società di revisione
La società di revisione scrive, nell’ultima pagina, la numero 4: «L’amministratore unico della CVA EOS è responsabile per la predisposizione della relazione sulla gestione… inclusa la sua coerenza con il relativo bilancio di esercizio». E conclude: «A nostro giudizio, la relazione sulla gestione è coerente con il bilancio di esercizio».

Mi pare che ci sia abbastanza materiale per dire che la situazione è seria e che occorrerebbe avere maggiore trasparenza e informazioni da parte di una società che è di proprietà dei valdostani. Peccato, caro Direttore, che la materia sia complessa per chi non ha la formazione necessaria per leggere i bilanci e, quindi, per la maggioranza dei valdostani, compresi i politici (per fortuna non tutti). Di conseguenza, una vicenda così importante rischia di passare inosservata ai più proprio per mancanza di conoscenza di questi argomenti.

Come ben sa chi conosce la materia, chi ha dalla sua la competenza ha la possibilità di evitare o aggirare le richieste scomode, soprattutto se vengono dalla minoranza. Così è successo per le due consigliere di PCP, che hanno avuto la costanza di continuare a fare richieste a CVA, a cui non veniva data risposta. Poi, grazie alla lettera dell’ex presidente di Finaosta, si è sbloccato tutto e lì si è aperto un varco che ha portato a conoscere altri aspetti della vicenda.

Ora occorre fare chiarezza su tutto e non trincerarsi dietro la privacy o i segreti d’azienda, utili solo a rendere ancora meno comprensibile da parte dei valdostani la realtà dei fatti e anche le implicazioni politiche. Se ci sono delle responsabilità, andranno chiarite.

Grazie per l’attenzione.

Gentile Lettrice

la sua lettera colpisce per lucidità e per quella sana inquietudine civica che dovrebbe albergare in chiunque abbia a cuore il destino dei beni comuni. E CVA, questo è bene ribadirlo subito, è un bene di tutti i valdostani. È – o dovrebbe essere – una delle colonne su cui si regge l’autonomia economica e gestionale della nostra Regione. Ma, da quanto emerge, oggi CVA appare sempre più come un castello chiuso, dove trasparenza e controllo democratico sembrano ridotti al lumicino.

Non siamo davanti solo a numeri sbagliati o a formalismi mal compilati. Qui si parla di debiti milionari, di opacità nei rapporti con la controllante Finaosta, di possibili pressioni politiche, di conflitti d’interesse, di errori macroscopici nella documentazione ufficiale. È una vicenda che, più che finanziaria, assume contorni politici e perfino etici. È legittimo, e anzi doveroso, che i cittadini si chiedano: chi controlla i controllori?

Che in tutto questo – come lei giustamente rileva – solo due consigliere di PCP abbiano insistito nel chiedere risposte, e che molte delle informazioni siano emerse non per trasparenza ma per forzature esterne (vedi la lettera dell’ex presidente Finaosta), lascia sbigottiti. Dov’è la politica? Dov’è la maggioranza regionale, che dovrebbe vigilare sull’operato delle società partecipate?

Il punto centrale è proprio questo: la politica non può abdicare al suo ruolo di garante dell’interesse pubblico. Se CVA oggi naviga tra numeri opachi e strategie non condivise, la responsabilità è anche – e soprattutto – politica. Non si può più far finta di niente.

E poi c’è un altro tema, il più strategico di tutti: le concessioni idroelettriche. Le acque della nostra Valle sono oro blu. Se perdiamo il controllo su di esse, non solo CVA, ma l’intero modello autonomista rischia di sgretolarsi. Cosa sarebbe un’energia “verde” se l’acqua che la genera non è più sotto il controllo della comunità che la custodisce da secoli?

Capisco perfettamente chi non ha strumenti per leggere un bilancio, e proprio per questo serve un’informazione chiara, continua e onesta. Non bastano i comunicati stampa aziendali o i tweet rassicuranti. Serve un’operazione verità, pubblica, aperta, partecipata.

È ora che chi guida CVA, chi siede nel Consiglio di amministrazione, chi fa parte del Collegio sindacale e chi, in politica, ha la responsabilità del controllo, parli ai valdostani con parole semplici ma serie.

Questo è un appello al risveglio della politica. Un appello alla trasparenza. Un appello a difendere non solo una società, ma un patrimonio comune.

Grazie a lei per averlo ricordato. Continui a scrivere. Noi continueremo a leggere e – soprattutto – a far luce. pi.mi.

red/pi

SU