In un panorama sanitario nazionale e locale che arranca, tra carenze di personale, liste d’attesa infinite e medici sempre più sotto pressione, arriva una proposta che merita attenzione. L’AUSER Valle d’Aosta – associazione che da anni promuove l’invecchiamento attivo – ha deciso di prendere posizione e proporre una svolta concreta: l’attivazione della Telemedicina in Valle d’Aosta, sfruttando anche le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.
«Considerata l'incipiente crisi in cui versa il sistema sanitario – scrive l’AUSER in una lettera aperta rivolta a istituzioni, media e associazioni – riteniamo di fondamentale importanza avviare con urgenza un progetto di telemedicina regionale».
Un’idea che non nasce per tagliare costi o sostituire medici, ma per affiancare e rafforzare il sistema esistente. «La Telemedicina non viene realizzata per sostituire o per risparmiare economicamente sull'attuale sistema sanitario – precisa l’AUSER – ma viene concepita come aggiunta, con l’obiettivo di migliorarne l'efficienza e l'efficacia».
Nel documento, approvato all’unanimità dall’assemblea, si analizzano punto per punto le criticità di una sanità in affanno: pochi medici, troppa burocrazia, pronto soccorso intasati, e un’assistenza domiciliare pressoché inesistente. Non mancano riferimenti alle leggi fondamentali, come la Costituzione e lo Statuto Speciale, che sanciscono il diritto alla salute per tutti.
Particolarmente interessante è la proposta di istituire una nuova figura professionale: il “facilitatore”, una sorta di ponte tra tecnologia e cittadini, in grado di assistere chi non ha familiarità con gli strumenti digitali. «Il facilitatore – si legge nella lettera – sarà un esperto in tecnologia e conoscitore del sistema sanitario, con il compito di aiutare gli utenti non in grado di accedere da soli alla Telemedicina».
Una proposta calata nella realtà valdostana, dove l’orografia montuosa e la dispersione degli abitanti rendono difficoltoso l’accesso ai servizi. «La Valle d’Aosta è la più piccola regione italiana, con località spesso difficilmente raggiungibili dai mezzi di soccorso. In queste condizioni, la Telemedicina non è un lusso: è una necessità».
Un altro passaggio fondamentale riguarda il ruolo del medico di base, oggi più che mai in crisi. «Oggi i medici di base, per le sempre più onerose attività burocratiche e l’insostenibile carico di pazienti, finiscono per diventare meri passacarte invece che operatori sanitari attenti alla salute dei cittadini».
Nel documento si ricorda come il “Piano Regionale per la Salute e il Benessere Sociale”, finanziato con fondi del DEFR 2021/2023, già preveda l’utilizzo della Telemedicina. Ma la distanza tra strategia e attuazione resta abissale. Ed è qui che l’AUSER vuole colmare il vuoto con una proposta concreta e operativa.
Un appello forte, che non si limita a denunciare, ma che costruisce. «Vogliamo allargare la platea interessata alla promozione di tale proposta – scrive la Segreteria AUSER – e giungere in breve tempo a una sua realizzazione, passando così dalle idee alle azioni necessarie per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini».
Si tratta di una intelligente, concreta, e profondamente giusta. In un’epoca in cui si parla tanto di innovazione, ma si fa troppo poco per adattarla ai territori, l’AUSER dimostra come il cambiamento si può costruire dal basso, se c’è visione e coraggio.