Governo Valdostano - 13 maggio 2025, 20:50

Quincinetto, una minaccia per la viabilità e la sicurezza: i valdostani non devono restare spettatori

La frana di Quincinetto, che collega la Petite Patrie con il resto d'Italia, incombe e la Valle d’Aosta non può permettersi il lusso dell’attesa: a Pont-Saint-Martin si è tenuto un vertice interregionale per discutere soluzioni strutturali e piani di emergenza. Il Presidente Testolin e l’Assessore Bertschy chiedono voce per i valdostani: “Non possiamo restare isolati ogni volta che piove.” Serve chiarezza, rapidità e un impegno concreto per la sicurezza dei cittadini e la continuità dei collegamenti

Al centro il presidente della Regione VdA, Renzo Testolin, alla sua destra Luigi Bertschy vice presidente della Regione

Al centro il presidente della Regione VdA, Renzo Testolin, alla sua destra Luigi Bertschy vice presidente della Regione

Una frana, anche se non cade in casa nostra, può comunque travolgerci. E se quella frana si chiama Quincinetto, con il suo versante instabile affacciato sulla A5, allora la preoccupazione non è solo legittima: è doverosa. Nella mattinata di martedì 13 maggio 2025, si è tenuto a Pont-Saint-Martin un incontro cruciale sul futuro di quel fronte franoso che minaccia non solo il Piemonte, ma in modo diretto anche la Valle d’Aosta e i suoi cittadini.

Erano presenti i vertici delle due regioni coinvolte, a partire dal presidente valdostano Renzo Testolin, dall’assessore Luigi Bertschy e dal direttore della Protezione civile regionale Valerio Segor. Ad ascoltare e discutere c’erano anche il piemontese Marco Gabusi, assessore alla protezione civile, i sindaci dei due comuni confinanti e i rappresentanti della SAV, la società che gestisce l’autostrada.

L’oggetto del contendere è uno solo: la sicurezza delle persone e la continuità dei collegamenti. Due elementi che oggi, nel 2025, non possiamo più permetterci di considerare accessori.

«Anche se la frana non incide direttamente sul territorio valdostano, gli interessi della nostra regione, soprattutto in termini di viabilità, sono evidenti», hanno dichiarato Testolin e Bertschy. «Abbiamo chiesto di partecipare al tavolo tecnico per essere coinvolti in ogni decisione».

Parole misurate, ma che nascondono una verità ineludibile: la Valle d’Aosta rischia di restare isolata ogni volta che la frana si muove, ogni volta che – come è accaduto a Pasqua – scatta la fase 3 del protocollo e la A5 viene chiusa, creando code chilometriche, tensioni e disagi per chi lavora, viaggia, vive. Valdostani inclusi.

«Serve maggiore informazione, più assistenza diretta agli utenti – hanno ribadito i rappresentanti valdostani – e un piano viabilità affinato nei minimi dettagli».

L’ultimazione del vallo di protezione, prevista entro ottobre, è un primo passo. Ma da solo non basta. La riattivazione del tavolo tecnico interregionale è stata definita da tutti «un fatto molto positivo», anche se resta il dubbio su quali interventi strutturali verranno decisi dopo oltre vent’anni di studi, sopralluoghi e protocolli.

Intanto la frana resta lì, minacciosa come una pistola carica puntata sulla valle. E ai valdostani – spesso considerati spettatori in una partita giocata in territorio piemontese – non resta che pretendere voce in capitolo.

Perché la sicurezza non ha confini amministrativi. Ma ha un prezzo. E pagarlo, se non si agisce ora, sarà ancora una volta compito nostro.

pi.mi.

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