ATTUALITÀ POLITICA - 13 maggio 2025, 11:59

Referendum: il paradosso della partecipazione che non c'è

A giugno i cittadini italiani saranno chiamati a votare su cinque quesiti referendari. Ma dietro ogni referendum si consuma un conflitto politico che ne svuota il senso originario. In questo pezzo, un’analisi amara ma lucida sulla disaffezione dell’elettorato, la strumentalizzazione politica e l’ipocrisia di chi oggi difende ciò che ieri ha ignorato

Referendum: il paradosso della partecipazione che non c'è

A giugno i cittadini saranno invitati a recarsi alle urne per votare su cinque quesiti referendari. Non sto qui a elencarli: ormai li conoscete a memoria. Quello su cui voglio soffermarmi è la terribile guerra politica che si è creata attorno al referendum.

Il referendum, da diritto, è diventato campo di scontro, bersaglio di sceneggiate variegate. A volte è la destra a difenderlo come diritto costituzionale, altre volte lo rinnega, trasformandolo in una scelta meramente politica. Insomma, in questo settore, destra e sinistra si somigliano parecchio.

Ma al di là dei singoli quesiti, ciò che mi preoccupa è il comportamento arrogante – a volte irresponsabile – con cui i governi gestiscono i referendum e la loro promulgazione. Questo atteggiamento è, secondo me, il risultato di una crescente indifferenza del cittadino, che si allontana sempre più dalla vita politica. Basta guardare l’altissima percentuale di astensionismo.

E questo, a mio parere, autorizza – o meglio, illude – il politico a comportarsi come gli pare e piace. E spesso lo fa in modo sfacciatamente consapevole, presentando richieste referendarie palesemente anticostituzionali, oppure troppo tecniche, distanti dal sentire della gente e di difficile comprensione.

Ormai è chiaro: l’astensionismo è diventato il termometro con cui il potere politico misura le sue possibilità di imporre le proprie scelte. Più il cittadino si disinteressa e si astiene, più la politica si fa autoreferenziale e scrive leggi a suo uso e consumo.

Eppure è proprio questo che dovrebbe convincere il cittadino a vigilare e partecipare, perché il pericolo che certi subdoli referendum nascondano secondi fini è reale.

Una breve storia dei referendum in Italia

Dal 1946 a oggi, in Italia si sono svolti 78 referendum nazionali. Di questi:

72 sono stati abrogativi,

1 istituzionale,

1 di indirizzo,

4 costituzionali.

L'affluenza è variata molto nel tempo. Ad esempio:

2 giugno 1946 – Referendum istituzionale: affluenza 89,1%.

12 maggio 1974 – Referendum sul divorzio: affluenza 87,7%.

Negli ultimi anni, invece, la partecipazione è spesso scesa sotto il 50%, rendendo molti referendum non validi per mancato raggiungimento del quorum.

Referendum dopo il 2000

21 maggio 2000

Eliminazione del rimborso spese per consultazioni elettorali e referendarieNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abolizione della quota proporzionale nelle elezioni della CameraNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abrogazione del sistema elettorale dei magistrati con metodo proporzionaleNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudiceNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abolizione degli incarichi extra per i magistratiNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abrogazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratoriNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abolizione della trattenuta in busta paga per le quote sindacaliNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

15 giugno 2003

Reintegro per i lavoratori licenziati ingiustamenteNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abrogazione dell’obbligo di passaggio per condutture elettriche sui terreniNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

12 e 13 giugno 2005

Abolizione dei limiti alla ricerca sugli embrioniNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abolizione dei limiti alla procreazione medicalmente assistitaNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abolizione di norme su finalità e accesso alla PMANON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Abolizione del divieto di fecondazione eterologaNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

21 e 22 giugno 2009

Premio di maggioranza alla lista più votata alla CameraNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Premio di maggioranza alla lista più votata al SenatoNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Divieto di candidature multiple in più circoscrizioniNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

12 e 13 giugno 2011

Gestione servizi pubblici locali da parte di privati

Remunerazione del capitale investito nella tariffa dell'acqua

Produzione di energia nucleare in Italia

Legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e ministri

17 aprile 2016

Concessioni per l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marineNON VALIDO PER QUORUM NON RAGGIUNTO

Che cosa salta subito agli occhi?

Esatto: il mancato raggiungimento del quorum. Una mancanza di partecipazione che dovrebbe preoccuparci tutti. Su 22 referendum recenti, ben 18 non hanno raggiunto il quorum.

Eppure alcune di queste tematiche, ignorate all’epoca, oggi sono al centro dell’agenda politica:

21 maggio 2000Separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice.
→ Oggi, proprio questa proposta è il cavallo di battaglia del governo.

12 e 13 giugno 2005Abolizione dei limiti all’accesso alla procreazione medicalmente assistita.
→ Altro tema centrale e rivendicato oggi da molti partiti.

E allora lettori si chiede: ma non sono queste le cose che ci fanno dire “i politici sono ladri, disonesti”? Eppure non siamo stati nemmeno capaci di partecipare, non dico vincere, ma almeno andare a votare.

21 e 22 giugno 2009Premio di maggioranza al Senato alla lista più votataNON VALIDO.

21 e 22 giugno 2009Impossibilità di candidarsi in più circoscrizioniNON VALIDO.

Detto questo, cari lettori, credo che anche se tornasse la monarchia, non cambierebbe nulla. Siamo talmente poco abituati a partecipare alla vita pubblica che non siamo più nemmeno capaci di difendere i nostri diritti.

Vittore Lume-Rezoli

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