Buongiorno Direttore,
le scrivo in merito all’articolo del 10 maggio scorso, apparso sulla testata da Lei diretta, per esprimere il mio rammarico in merito ad alcune delle affermazioni in esso contenute.
Non entro nel merito della dotazione di rastrelliere interne all’ospedale Parini – che esistono e hanno una capacità di 30 stalli – ma concordo sul fatto che non siano adeguatamente segnalate. Su questo aspetto potrà fare riferimento al dirigente Davide Quinson, Mobility Manager dell’USL.
Per quanto invece attiene alla competenza comunale, mi preme segnalare che il posizionamento di rastrelliere sul marciapiede pubblico risulta impossibile a causa della limitata dimensione dello stesso, mentre il marciapiede sul lato opposto di viale Ginevra è attualmente occupato dalla recinzione del cantiere.
Ricordo tuttavia che il Comune ha ricavato, all’interno del parcheggio pluripiano “Parini”, una velostazione in prossimità dell’accesso pedonale da via Guedoz e del percorso che conduce all’ingresso dell’ospedale. Tale struttura può ospitare 72 biciclette, è videosorvegliata – come l’intero parcheggio – e ogni stallo è dotato di una struttura metallica per legare in sicurezza la bicicletta.
In termini più generali, con riferimento alla rete ciclabile, nell’articolo si afferma:
“Il Comune di Aosta, nel frattempo, avanza nella sua crociata pro-piste ciclabili. Chilometri e chilometri di asfalto colorato, cartellonistica fiorita, vernice a volontà. Peccato che queste belle corsie finiscano nel nulla, come treni senza stazione. Nessun capolinea. Nessun parchetto. Nessuna rastrelliera. Solo ciclisti persi nel vuoto urbanistico.”
Mi permetto di affermare che quanto riportato non corrisponde alla realtà.
La rete ciclabile “VeloC’è”, inaugurata lo scorso settembre, è un’infrastruttura di circa 23 km che connette in modo capillare tutto il territorio urbano della città. È concepita come un sistema a rete, che quindi non ha inizio né capolinea: da qualsiasi punto ci si trovi, nel raggio di 250 metri ci si può inserire e percorrere vari tratti in funzione della destinazione.
Sulla direttrice est-ovest, la ciclabile si estende dai confini comunali con Sarre e Saint-Christophe, connettendosi – all’altezza di Montfleury e del Pont Suaz – con il tracciato del VéloDoire e, verso nord, con quello della via Francigena in zona Porossan.
Il tracciato è composto da diverse tipologie: percorsi in sede propria (con cordoli o aiuole, talvolta alberate), percorsi in sede promiscua con pedoni, in carreggiata con linee tratteggiate laterali, e all’interno delle Zone 30, dove la condivisione con il traffico veicolare avviene a velocità ridotta, a tutela delle utenze deboli.
“VeloC’è” attraversa o costeggia numerose aree verdi – via Carducci, via Matteotti, il lato est di piazza Plouves, il parco Saumont – ed è stata accompagnata dalla piantumazione di circa 120 alberi.
Per quanto riguarda infine le rastrelliere, devo smentire l’affermazione dell’articolo: oltre a quelle già esistenti, sono stati installati 150 archetti distribuiti in 14 postazioni.
In aggiunta, per garantire maggiore sicurezza, sono state posizionate 3 postazioni di bike-box metallici chiusi e coperti presso: l’autostazione Carrel, piazzale Ducler e piazza San Francesco, per un totale di 54 box.
Completano l’offerta le due velostazioni coperte – quella presso il “Parini”, già citata, e quella presso il parcheggio “De la Ville”, con 44 stalli. Queste strutture svolgono una funzione di interscambio modale auto-bici, essendo localizzate nei principali parcheggi coperti di attestamento.
Nell’augurio di aver contribuito a una migliore conoscenza della rete ciclabile cittadina, delle sue caratteristiche e delle opportunità di utilizzo, La ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti,
Loris Sartore
Assessore alla Mobilità del Comune di Aosta
Buongiorno Assessore Sartore,
La ringrazio per la cortese e puntuale risposta pubblicata in merito al tema della ciclabilità e della sosta per biciclette nella città di Aosta.
Mi permetto però, con spirito costruttivo e con il massimo rispetto per il lavoro dell'amministrazione comunale, di segnalare alcuni aspetti che, dal punto di vista di un cittadino utente della mobilità dolce, continuano a rappresentare delle criticità concrete.
In primo luogo, pur prendendo atto della presenza delle rastrelliere all’interno dell’ospedale Parini, rimane il fatto che non sono adeguatamente segnalate. Questo aspetto è tutt’altro che secondario: l’assenza di una segnaletica chiara, visibile e intuitiva vanifica di fatto l’investimento fatto in termini di infrastrutture.
Aggiungo che, come lei stesso ha confermato, le dimensioni dei marciapiedi rendono difficile l’installazione di rastrelliere su suolo pubblico, ma resta il problema che molti utenti – presumibilmente anche dipendenti ospedalieri – legano le bici alle ringhiere “salvagente”, con evidente disagio per tutti.
Lo stesso discorso si può estendere ad altri punti della città, dove spesso le rastrelliere sono dislocate in luoghi distanti dai percorsi ciclabili, senza alcuna indicazione o orientamento per chi si sposta in bicicletta.
In questo senso, mi permetto di ribadire che la segnaletica per la mobilità dolce deve essere trattata con la stessa dignità, attenzione e capillarità riservata alla segnaletica automobilistica. In assenza di una comunicazione efficace – sia visiva che informativa – anche la migliore infrastruttura rischia di non essere fruita, o peggio, di generare frustrazione.
Comprendo che si tratti di un processo graduale e apprezzo lo sforzo dell’amministrazione nella realizzazione della rete “VeloC’è”. Tuttavia, invito l’Assessore e i tecnici competenti a considerare il punto di vista dell’utente, affinché la mobilità dolce ad Aosta non sia solo una dichiarazione di intenti o una narrazione virtuosa, ma una pratica quotidiana realmente agevolata.
RingraziandoLa nuovamente per l'attenzione e per la disponibilità al confronto, resto fiducioso che questi spunti possano contribuire a un ulteriore miglioramento del sistema cittadino.
Con cordialità, pi.mi.