CRONACA - 12 maggio 2025, 20:48

Valnontey tra futuro e memoria: una ricostruzione che parte dalla comunità

L’amministrazione comunale di Cogne ha fatto chiarezza sul percorso di rinascita della frazione di Valnontey, colpita duramente dall’alluvione del giugno 2024. Un progetto che guarda avanti, tra vincoli tecnici, visione condivisa e attenzione per il paesaggio

Valnontey tra futuro e memoria: una ricostruzione che parte dalla comunità

Dopo l’alluvione, il cantiere della speranza. In un angolo di paradiso ferito ma non domo, Valnontey si prepara a rinascere. Dopo l’incontro pubblico del 7 maggio, che ha segnato un punto di svolta nel dialogo tra residenti e amministrazione, il Comune ha diffuso alcune precisazioni fondamentali per comprendere meglio il percorso di ricostruzione. Non solo suggestioni grafiche e progetti visionari, ma dati concreti, scelte ragionate e tappe operative già avviate.

Il cantiere più imminente riguarda ciò che spesso resta invisibile agli occhi ma essenziale per la vita quotidiana: i sottoservizi. Fogna, acquedotto, linee elettriche e fibra ottica saranno oggetto di un primo intervento autorizzato, già approvato da tutti gli enti coinvolti, compreso il Parco Nazionale Gran Paradiso. Si parte a breve, con una gara urgente affidata alla Stazione Unica Appaltante Regionale. È questo il vero segnale che la macchina della rinascita ha iniziato a muoversi.

Entro l’estate sarà pronto anche il progetto esecutivo della nuova strada Cogne–Valnontey. Seguirà il tracciato dei sottoservizi e passerà al vaglio della Conferenza dei Servizi per ottenere il via libera definitivo. Un passaggio che assicura una viabilità sicura e duratura, senza improvvisazioni.

Il rendering mostrato ai cittadini durante l’incontro del 7 maggio non rappresenta un progetto definitivo, ma un’immagine evocativa di quello che potrebbe diventare Valnontey. L’obiettivo dichiarato è chiaro: una zona a traffico limitato e prevalentemente pedonale, in cui convivano tutela ambientale, accoglienza turistica e qualità della vita per i residenti.

Uno dei nodi centrali della progettazione riguarda il nuovo ponte carrabile. L’attuale struttura, ormai superata, era tarata per una portata di 93 metri cubi al secondo. Ma l’alluvione del 2024 ha fatto registrare ben 200 metri cubi al secondo, senza contare materiali e piante trasportate a valle. Di fatto, è stato proprio il ponte – stretto e basso – a comportarsi come una diga, causando l’esondazione.

La legge non lascia margini di manovra: il nuovo ponte dovrà essere più alto di almeno 3,50-4 metri rispetto alla viabilità attuale, e l’alveo del torrente dovrà prevedere due livelli, uno di magra e uno di piena, con un’area golenale di circa 40 metri.

Per minimizzare l’impatto visivo e migliorare la connessione tra i due nuclei abitati, il nuovo ponte sarà spostato verso valle, in zona piazzale, mentre a monte è prevista una passerella pedonale. Un modo per trasformare una necessità tecnica in un’opportunità di armonia paesaggistica.

Anche l’idea di un’autorimessa interrata, spesso liquidata come utopistica, prende forma concreta. I tecnici valutano la possibilità di inserirla in sinergia con il nuovo livello stradale e il piazzale esistente, nascondendo le auto alla vista e restituendo dignità estetica al borgo.

Le parole chiave sono “condivisione” e “ascolto”. L’amministrazione si dice pronta a riaprire presto il confronto pubblico, per spiegare vincoli tecnici e accogliere proposte alternative. Ma con un avvertimento chiaro: Valnontey non può restare “com’era e dov’era”, né trasformarsi in un parcheggio a cielo aperto.

La regia degli interventi sarà condivisa:

Il Comune di Cogne gestirà la riqualificazione dell’abitato e della strada comunale;

La Regione – tramite l’assessorato all’Agricoltura – si occuperà della viabilità rurale e dei ponti secondari;

Le Opere Pubbliche avranno in carico la messa in sicurezza dalla frana di Fenilia.

Infine, c’è una visione ampia e lungimirante che accompagna la progettazione: rinaturalizzare il torrente Valnontey, permettendogli di divagare come ha sempre fatto nei secoli. Argini solo dove serve, bonifiche agrarie mirate, e una cura costante per l’equilibrio tra natura e presenza umana.

Valnontey riparte, ma con i piedi per terra. Nessuna illusione, nessuna bacchetta magica. Solo il lavoro costante, trasparente e condiviso tra istituzioni e abitanti. Perché, come spesso accade tra le nostre montagne, la vera forza non è nel cemento, ma nelle mani e nel cuore di chi non vuole arrendersi.

ca.du.

SU