FEDE E RELIGIONI - 10 maggio 2025, 18:00

Almanach de dimanche 11 mai sainte Estelle

Maria infiori e profumi la tua anima di sempre nuove virtù e ponga la sua mano materna sul tuo capo. Tieniti sempre più stretta alla Mamma Celeste, perché essa è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni nel regno dell'aurora. (san Pio da Pietrelcina)

Almanach de dimanche  11 mai sainte Estelle

Almanach de dimanche  11 mai sainte Etelle

Maria infiori e profumi la tua anima di sempre nuove virtù e ponga la sua mano materna sul tuo capo. Tieniti sempre più stretta alla Mamma Celeste, perché essa è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni nel regno dell'aurora. (san Pio da Pietrelcina)

La Chiesa celebra San Fabio e compagni Martiri in Sabina

Il martirio di questo santo è accomunato a quello di un gruppo di martiri e confessori, radunati attorno al maestro, sant'Antimo. Le notizie pervenuteci si leggono nella «Passio sancti Anthimi» che fu scritta fra il V e IX secolo. Alla fine del III secolo era proconsole dell'Asia Minore Faltonio Piniano, sposato con Anicia Lucina. Antimo riuscì a convertire Piniano e sua moglie al cristianesimo e, richiamati a Roma da Diocleziano, i due portarono con loro il sacerdore e i suoi discepoli. Per sottrarli alle possibili persecuzioni, Piniano decise di allontanarli da Roma, mandandoli in due vasti poderi di sua proprietà.

Il diacono Sisinnio con Dioclezio e Fiorenzo, andarono ad Osimo nel Piceno, mentre Antimo, Massimo, Basso e Fabio furono inviati presso la città sabina di Curi. Da qui presero a evangelizzare la regione, non senza scontrarsi però con i culti pagani diffusi nelle campagne. Il gruppo di cristiani venne così arrestato. Sant'Antimo fu decapitato l'11 maggio 305 e sepolto nell'Oratorio di Curi in cui era solito pregare. Anche i suoi discepoli vennero uccisi. Tra questi Fabio fu consegnato al console che dopo averlo fatto torturare, lo condannò alla decapitazione lungo la stessa via Salaria.

Il sole sorge alle ore 6,04 e tramonta alle ore 20,50

" La pace nascerà il giorno in cui sapremo posare le parole come carezze e non come spade." (Papa Francesco)
La frase del Papa spiega che a volte basterebbe usare le parole con la stessa delicatezza con cui si accarezza un bambino o si consola un amico. Se ognuno di noi lo facesse, la guerra non avrebbe più terreno fertile.

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