ECONOMIA - 09 maggio 2025, 13:18

Sperequazione salariale: la Valle d’Aosta non è un’isola felice

Mentre gli stipendi dei manager crescono del 50%, i salari reali dei lavoratori italiani arrancano. Nella nostra regione, il caso CVA riaccende il dibattito sulla giustizia retributiva e il ruolo della politica

Sperequazione salariale: la Valle d’Aosta non è un’isola felice

Secondo una recente analisi di Oxfam, tra il 2019 e il 2024 la retribuzione reale degli amministratori delegati è cresciuta del 50%, mentre il salario medio reale dei lavoratori nei Paesi monitorati – Italia compresa – è aumentato di appena lo 0,9%.

Questo scollamento tra vertice e base si fa ancora più doloroso se si considera il dato dell’inflazione. I costi – tra cui affitti, cibo e cure sanitarie – sono esplosi, mentre le retribuzioni restano purtroppo al palo.

Se nel 2024, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i salari reali sono cresciuti del 2,7% a livello globale, in molti Paesi – come Francia, Sudafrica e Spagna – l’aumento effettivo è stato appena dello 0,6%. Troppo poco per recuperare le ingenti perdite degli anni precedenti.

Anche l’Italia, in questo quadro, si distingue in maniera negativa. In seguito al crollo del potere d’acquisto provocato dalla fiammata inflattiva, nel 2024 i salari reali sono sì aumentati (+2,3%), ma la somma delle perdite dal 2008 a oggi parla chiaro: -8,7%. Se si considera solo il periodo 2019–2023, e si tiene conto dell’inflazione sui beni essenziali, la riduzione sfiora addirittura il 15%.

Oltre alla stagnazione salariale, persiste il divario retributivo di genere, sebbene leggermente diminuito (dal 27% al 22% in un anno).

In questa situazione di povertà emergente – presente in modo rilevante anche nella nostra regione – di rinnovi contrattuali per molte categorie ancora aperti, e di una drammatica situazione economica che colpisce anche chi lavora con contratti a tempo indeterminato, leggere la notizia che l’amministratore delegato di CVA vede riconosciuto il suo compenso sino a 400 mila euro porta anche la nostra regione a copiare un meccanismo che premia pochi e genera amarezza e rabbia tra chi fatica a conciliare il pranzo con il pagamento della bolletta elettrica.

Nulla da dire riguardo alla figura dell’amministratore di CVA: non si è aumentato personalmente lo stipendio. È una decisione della finanziaria costituita nel 1982 per effetto della LR 16/82, poi sostituita dalla LR 7/06.

“FINAOSTA S.p.A. ha lo scopo di concorrere, nel quadro di una politica di programmazione regionale, a promuovere e a compiere tutte quelle attività o a porre in essere tutti quegli interventi che, direttamente o indirettamente, favoriscano lo sviluppo socio-economico del territorio regionale, in armonia con le direttive della Regione autonoma Valle d’Aosta.”

Facilmente, lo sviluppo socio-economico della nostra regione viene dimostrato da stipendi notevoli per figure “apicali”, dimenticandosi di una situazione che crea sempre più differenze sociali ed economiche tra pochi che vivono agiatamente e molti che sono in difficoltà economica, se non già in una nuova povertà emergente.

Questa situazione crea profonda disparità sociale e alimenta sempre più la rabbia nei confronti della politica, con ricadute anche sulla tenuta democratica.

In questo mondo sempre più divisivo, ci preme ricordare un grande imprenditore che applicava una semplice regola:

“Nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di 10 volte l’ammontare del salario minimo di un operaio.”

Concetto ripreso anche da Banca Etica, che applica un rapporto massimo di 1 a 6: una scelta che garantisce una vita dignitosa e, al contempo, non genera sperequazione tra le persone.

Per questo è stato introdotto un limite tra la retribuzione più alta e la più bassa, in modo da applicare concretamente i valori di responsabilità ed equità a ogni livello dell’agire economico.

Perché non provare a fare così anche nella nostra regione? Sarebbe un esempio sociale logico e apprezzato. Ma, vien da pensare, non piacerebbe a tutto il mondo politico.

Bruno Albertinelli

SU