ECONOMIA - 08 maggio 2025, 11:20

Stabilità o stagnazione? Le imprese valdostane tra frenate e resilienza

I dati della Chambre tracciano un quadro economico prudente: qualche segno più, molti segni meno. Il presidente Sapia lancia l’allarme su incertezza e fine degli incentivi. Intanto, turismo e servizi reggono la fiammella

Stabilità o stagnazione? Le imprese valdostane tra frenate e resilienza

In una primavera che tarda a farsi coraggio, anche i numeri dell’economia valdostana si muovono con passo incerto. Qualcosa cresce, qualcosa frena, qualcosa addirittura retrocede. E la fotografia che arriva dalla Chambre Valdôtaine sulle imprese registrate al 31 marzo 2025 è di quelle che non fanno né troppo rumore né troppo entusiasmo.

Le imprese in Valle d’Aosta sono oggi 12.350, in leggero aumento rispetto a un anno fa (+0,1%), ma in calo rispetto a dicembre. Un’altalena che si ripete ogni anno, ma che questa volta porta con sé un dato di natalità imprenditoriale in flessione: 202 nuove imprese contro le 233 del primo trimestre 2024. Le cessazioni, è vero, sono scese anch’esse, ma il saldo resta negativo: -26. E se si guarda oltre il confine regionale, anche il tasso di crescita dice molto: -0,21%, peggio della media nazionale e del Nord-Ovest.

Vitaliano Vitali (sn) degretario generale Chambre con il Presidente Roberto Sapia

«La dinamica evidenziata dai dati testimonia una forte insicurezza del comparto imprenditoriale valdostano», ammette senza troppi giri di parole Roberto Sapia, presidente della Chambre. Una frase che pesa, perché arriva da chi le imprese le ascolta tutti i giorni. E infatti Sapia non si ferma lì: indica la politica dei dazi, i conflitti, l’inflazione, i costi delle materie prime come cause di un clima che definisce di “forte incertezza”.

Ma i numeri, quelli nudi e crudi, raccontano altro. Costruzioni, commercio e industria sono tutti in campo negativo: -28 imprese nel mattone, -22 nel commercio, -11 nell’industria. La fine del Superbonus inizia a presentare il conto. «Dopo quasi due anni di crescita, il comparto delle costruzioni segna il primo segno meno», avverte Sapia. Ed è una discesa che potrebbe continuare, se non ci saranno correttivi seri.

Qualche spiraglio di luce arriva dal turismo (+2 imprese) e dai servizi alle imprese (+10), che reggono l’urto meglio di altri. E Sapia lo riconosce: «Positive le notizie dal comparto turistico, con un inverno andato in archivio con dati certamente positivi». Insomma, lo sci e le vacanze in quota tirano ancora.

L’artigianato però arretra: -28 imprese rispetto a un anno fa, e anche le ditte individuali (-0,54%) sembrano perdere fiducia. Solo le società di capitale crescono, seppur timidamente (+0,63%).

La conclusione di Sapia è un invito alla vigilanza: «Tenere gli occhi ben aperti sulle evoluzioni globali sarà fondamentale». Eppure, oltre alla capacità di resilienza, che pure non manca, servirebbero politiche locali coraggiose, investimenti veri, e una visione più ampia di quella che si intravede nei palazzi.

Altrimenti si rischia di confondere la stabilità con la stagnazione.

pi/red

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