Nelle vallate alte, dove il silenzio della montagna accompagna la vita e ne modella il carattere, la fede conserva ancora il suo respiro profondo. Sabato 3 maggio, nella chiesa parrocchiale di Gressoney-Saint-Jean, si è celebrata una Santa Messa che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di chi ha partecipato: la funzione delle cresime dei ragazzi delle due Gressoney, officiata dal vescovo Monsignor Franco Lovignana, con la concelebrazione di don Ugo Casalegno e don Willian Gallego, animata dall'l'eccellente prestazione della Cantoria guidata dall'organista Nicola De La Pierre Nicola.
È stata una liturgia intensa, partecipata con quella concentrazione silenziosa e autentica che soltanto le genti di montagna sanno esprimere, con rispetto profondo e senso di appartenenza. L’intera comunità ha voluto stringersi attorno ai propri giovani, in un abbraccio fatto di preghiera, affetto e speranza, testimoniando quanto la fede continui ad essere un fondamento culturale oltre che spirituale.
Il vescovo Lovignana ha rivolto ai cresimandi parole semplici ma forti, sottolineando il valore del sacramento come conferma del cammino cristiano. “Siate luce nelle vostre famiglie e nel mondo”, ha detto, “non dimenticate mai le vostre radici e il dono ricevuto oggi”. E grana merito è anch Edi Mazzone Paola, la quale oltre ad aver preparato i ragazzi, ha operato per la preparazione dell'intera cerimonia congiuntamente al marito Franco
Un momento particolarmente toccante è stato il saluto e l'applauso affettuoso rivolto a don Ugo Casalegno, da tempo guida spirituale per tanti, che ha partecipato nonostante le difficoltà motorie dovute a un infortunio. «Il suo esempio di dedizione e presenza è un segno vivente di quella pastorale che non si arrende mai», ha commentato un fedele commosso al termine della messa. Da parte della comunità, un solidale abbraccio a don Ugo, a nome di tutti.
Queste celebrazioni, nelle parrocchie d’alta montagna, non sono solo riti religiosi, ma riti di comunità, dove il senso di appartenenza si rinnova di generazione in generazione. Gressoney, come altre località alpine, continua a esprimere donne e uomini che si distinguono nello sport, nella politica, nell’impresa, portando con sé i valori della sobrietà, dell’impegno e del servizio.
In un mondo che corre e spesso si perde, la montagna insegna ancora a fermarsi, a guardarsi negli occhi, a dare valore alle parole e ai gesti. E la fede, celebrata così, torna ad essere lievito e speranza, non solo memoria.