Non capita tutti i giorni di imbattersi in tre Papi davanti all’ingresso di Maison&Loisir. Eppure, nella penultima giornata della fiera dedicata all’abitare, è successo qualcosa di inaspettato: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco — ritratti a mezzobusto, silenziosi e assorti — sembravano osservare l’ingresso del salone come tre esperti osservatori, pronti a valutare forme, materiali e ispirazioni dell’abitare contemporaneo.
A guardarli bene — nulla di irrispettoso, anzi — sembravano immersi in una conversazione di alto livello, forse proprio sul destino dell’umanità o sullo stato dell’arte della fede tra domotica, bioedilizia e minimalismo spirituale.
Secondo indiscrezioni celesti, sarebbe stato San Pietro in persona a inviarli in missione: prima tappa Roma, per verificare come procedano i preparativi del prossimo conclave; seconda tappa, Aosta, per un sopralluogo non ufficiale a Maison&Loisir, evento di cui, pare, anche nei cieli si sia parlato.
Curiosamente, proprio nel padiglione dedicato alla formazione si è tenuto in quei giorni il corso “Penna, algoritmo e verità: l’intelligenza artificiale nella cassetta degli attrezzi del giornalista”, guidato da Pepe Moder. Un’occasione di confronto serrato su come l’IA possa sostenere — e non sostituire — il lavoro del cronista, anche in contesti apparentemente lontani come l’arte sacra, la memoria e la narrazione etica.
E allora perché no? In un tempo dove anche il divino sembra dialogare col digitale, può accadere che tre Papi decidano di affacciarsi, con benevola curiosità, a un salone che parla di casa, sostenibilità, tecnologia e comunità.
Chissà se, prima di tornare al loro piano superiore, non abbiano lasciato un messaggio in codice da decifrare: “Costruite bene, costruite giusto, costruite per restare”.