Si apre una nuova stagione per la governance di CVA – Compagnia Valdostana delle Acque, una delle principali realtà energetiche del Nord Italia. Con la pubblicazione ufficiale dell'avviso, Finaosta ha avviato le procedure per la presentazione delle candidature al nuovo Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale della società, introducendo novità significative sia sul piano della durata del mandato che su quello delle remunerazioni.
La scadenza per la presentazione delle candidature è fissata al 18 maggio 2025, con la nomina dei nuovi membri affidata alla successiva assemblea dei soci.
Una delle novità più rilevanti è che il mandato degli amministratori durerà soltanto un esercizio, ossia fino all’approvazione del bilancio 2025. Una scelta spiegata dalla necessità di allineare le scadenze degli organi amministrativi di CVA e delle sue controllate e, soprattutto, di procedere a una revisione complessiva dello statuto della società.
Una soluzione di transizione che lascia intendere come CVA si trovi in una fase di riassetto strategico: la ridefinizione delle regole interne potrebbe preludere a scelte di peso per il futuro, in un mercato energetico sempre più competitivo e complesso.
Altro aspetto di rilievo: la rimodulazione dei compensi, in particolare per l'amministratore delegato. La retribuzione prevista comprende:
una componente fissa di 320 mila euro;
un’indennità straordinaria di 80 mila euro, legata alla brevità del mandato;
una parte variabile pari al 25% della componente fissa, vincolata al raggiungimento di KPI (Key Performance Indicators) predeterminati.
Se si considerano anche gli eventuali compensi cumulabili in società controllate o partecipate, l'AD potrebbe arrivare a percepire una somma importante. Tuttavia, si impone una regola di rigore: i compensi aggiuntivi dovranno essere riversati a CVA, a meno di specifiche autorizzazioni.
Anche per il Presidente del CdA e per i Consiglieri sono previste remunerazioni superiori alla media regionale (rispettivamente 120 mila euro e 60 mila euro per anno), così come per i componenti del Collegio Sindacale.
Una scelta che segue – come specifica l’avviso – un'analisi comparativa di benchmark nazionale: Finaosta si è evidentemente allineata agli standard delle società energetiche di simile dimensione, dove la qualità della governance è considerata un asset cruciale.
Va detto che il contesto in cui si inserisce questa manovra è molto delicato. CVA gestisce oggi un patrimonio strategico (idroelettrico ed energie rinnovabili) che, alla luce della transizione energetica e dei nuovi target UE su neutralità climatica, rappresenta un pezzo fondamentale dell’autonomia economica della Valle d’Aosta.
CVA si confronta con giganti nazionali ed europei del settore, dove le professionalità di vertice sono di altissimo profilo. In quest'ottica, la decisione di alzare l’asticella delle competenze richieste (sei anni di esperienza manageriale di alto livello per l'AD, quattro anni per il Presidente) è non solo opportuna, ma indispensabile.
Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di lasciare una Ferrari in mano a chi non ha la patente da corsa: oggi gestire una multiutility come CVA significa sapere navigare tra mercati energetici volatili, nuovi strumenti finanziari verdi, regolamenti UE stringenti e una crescente sensibilità sociale sui temi ambientali.
Questa riforma della governance di CVA, se ben gestita, può davvero rilanciare la società come modello di efficienza e innovazione pubblica. Ma sarà fondamentale resistere alle vecchie logiche spartitorie che, purtroppo, ogni tanto riemergono quando si tratta di nomine.
Serve una selezione vera e meritocratica, basata su curricula solidi e visione industriale, non su tessere di partito o amicizie. La Valle d'Aosta, piccola e fragile, non può permettersi errori su CVA: in gioco non c’è solo un bilancio, ma una parte del suo futuro economico e della sua autonomia.
Sarà quindi importantissimo vigilare su chi verrà scelto. E, in prospettiva, osservare con attenzione i contenuti della futura revisione statutaria: da lì capiremo se CVA resterà un fiore all’occhiello o rischierà di appassire.
Profilo societario
Ragione sociale: Compagnia Valdostana delle Acque S.p.A. (CVA)
Sede legale: 31, rue de la Gare – 11024 Châtillon (AO)
Proprietà: 100% Finaosta S.p.A. (finanziaria della Regione Autonoma Valle d’Aosta)
Capitale sociale: 395 milioni di euro
Anno di fondazione: 1995
Settore: Produzione e distribuzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
Sito web: www.cvaspa.itWikipedia+1Wikipedia+1
Produzione energetica Idroelettrico
Numero di centrali: 32 (30 di CVA, 2 di Valdigne Énergie)
Potenza installata: 934,5 MW
Produzione annua: circa 2,9 miliardi di kWh
Principali impianti: Champagne 2, Verrès, Lillaz, Issime, Aymavilles, Place-Moulin, Beauregard Wikipedia+1Wikipedia+1
Eolico
Numero di parchi: 8
Ubicazione: Valle d’Aosta, Toscana, Lazio, Campania, Puglia
Produzione annua: circa 320 milioni di kWh
Esempi: Saint-Denis, Monteverde, Piansano, Pontedera Wikipedia+1Wikipedia+1
Fotovoltaico
Numero di impianti: 3
Ubicazione: Valle d’Aosta e Piemonte
Produzione annua: circa 16 milioni di kWh
Esempi: Quart La Tour, Alessandria Sud, Valenza Fornace Wikipedia
Società controllate e partecipate
Deval S.p.A.: gestione della rete di distribuzione elettrica in Valle d’Aosta
Valdigne Énergie: produzione idroelettrica
CVA Éos: energie rinnovabili (eolico e fotovoltaico)
CVE Énergie: servizi energetici integrati
Téléchauffage Aoste: teleriscaldamento
Le Brasier: biomasse Wikipedia
Progetti strategici
Nuova sede a Châtillon: annunciata nel febbraio 2025, sorgerà nell’ex area Tecdis e sarà parte del distretto “CREA” dedicato alle energie rinnovabili, innovazione e formazione Wikipedia
Ruolo strategico
CVA rappresenta un modello di gestione pubblica efficiente nel settore delle energie rinnovabili, contribuendo significativamente all'autonomia energetica della Valle d'Aosta. La sua struttura integrata e la diversificazione delle fonti energetiche la posizionano come un attore chiave nella transizione ecologica regionale e nazionale.