C'è qualcosa che va oltre il semplice cucinare: è l'anima di una terra, il profumo di casa, il sapere tramandato da generazioni.
È questo che la Valle d'Aosta ha portato a Milano, durante l'Assemblea Nazionale dei Soci 2025 della Federazione Italiana Cuochi: non solo piatti, ma emozioni, storie e orgoglio.
Con un riconoscimento speciale, l'Unione Regionale Cuochi Valle d'Aosta (URCVdA) ha ricevuto il giusto tributo a un impegno fatto di fatica, passione e visione.
Un premio che non è solo un trofeo: è il simbolo di un'intera comunità che crede nei suoi giovani, che difende i suoi prodotti, che custodisce con amore le sue tradizioni.
Gianluca Masullo, Presidente Regionale e Vicepresidente di Area Nord, insieme a tutti i cuochi valdostani, ha portato in scena il valore di un territorio piccolo, ma enorme nella sua autenticità.
da sn: Pozzulo, Masullo, Billia, Chabod e Corsi
Al buffet delle regioni, la Valle d’Aosta ha lasciato il segno.
Non servivano effetti speciali: bastava assaggiare. Bastava chiudere gli occhi davanti a una fetta di Fontina DOP, respirare il profumo del Lo Pan Ner, sentire sulla lingua la forza del salame al kummel o la delicatezza della Piata di Issogne.
Ogni morso era un viaggio tra pascoli, montagne, antiche mulattiere e case di pietra.
Grazie alla maestria degli chef Florin Agoston, Ryan Venturino e alla Lady Chef Annamaria Dublanc, accompagnati dal supporto prezioso dell’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Naturali, la Valle ha saputo farsi raccontare senza filtri, con il linguaggio più vero che esiste: quello del gusto.
Tra i talk e gli interventi di grandi nomi della cucina italiana come Davide Oldani, Enrico Crippa e Filippo La Mantia, si respirava una certezza: il futuro della ristorazione passa dalla capacità di essere autentici.
Ed è proprio su questo che la Valle d’Aosta sta costruendo il suo domani, investendo sui giovani, sulla formazione, sul rispetto della propria identità.
Non si tratta solo di vincere.
Si tratta di portare in ogni piatto l'anima della propria terra.
Di far vivere, attraverso il cibo, la memoria di chi ci ha preceduto e il sogno di chi verrà dopo di noi.
La Valle d’Aosta ha dimostrato che innovare non significa dimenticare, ma saper raccontare il passato con parole nuove.
La partecipazione a Milano non è stata solo una presenza: è stata una dichiarazione d’amore alla nostra terra.
Un impegno che continuerà, con ancora più forza, per far sì che la cucina valdostana non sia mai solo una nicchia, ma una bandiera di orgoglio, cultura e vita vera.