Nelle prime luci di questa mattina, mentre Roma si svegliava in un silenzio diverso, più grave e sospeso, il Deputato della Valle d'Aosta Franco Manes si è recato nella Basilica di San Pietro. Erano le 7.30, quando ha varcato la soglia maestosa del cuore spirituale del mondo cattolico, per rendere omaggio, insieme ai colleghi della componente delle minoranze linguistiche, al feretro di Papa Francesco.
Un gesto carico di dolore, gratitudine e raccoglimento, nel quale si fonde il lutto privato e collettivo di fronte alla scomparsa di un Papa che ha segnato la Storia con gesti semplici ma dirompenti. “Nel dolore che accompagna la scomparsa di Papa Francesco, questa mattina alle 7.30 mi sono recato nella Basilica di San Pietro… per prendere ‘lo perdon’”, ha scritto Manes, in un messaggio intriso di rispetto e amore.
“Il primo pontefice a scegliere il nome del grande Santo di Assisi, patrono d’Italia. Un gesto di rottura con la tradizione temporale, così dirompente nella sua semplicità ma così forte nei confronti dei credenti e indirizzato anche a chi non credeva più”, ha sottolineato il deputato.
Con quel nome, Francesco, il Papa argentino ha indicato sin dall’inizio la direzione del suo pontificato: quella della povertà, della cura del Creato, della pace. Non un richiamo retorico, ma una scelta di campo, netta, incarnata giorno dopo giorno nella sua vita e nelle sue parole.
“Un Pontefice che guardava con attenzione a chi vive nelle terre alte – prosegue Manes – riconoscendone la forza e la fragilità”. Ed è qui che la voce del parlamentare valdostano si fa ancora più personale, più vicina: “Sottolineava come le montagne fossero l’areale ideale per affermare in maniera forte la Pace tra gli esseri viventi e tra le nazioni”.
Parole che trovano un’eco profonda proprio nella nostra Valle, dove le montagne non sono solo paesaggio, ma linguaggio, confine e cerniera, come le ha definite Manes, tra popoli, storie, culture. E dove la voce di Francesco è risuonata come una carezza e un richiamo al valore della nostra identità e della nostra autonomia.
“Non poteva essere altrimenti – conclude Manes – essendo un Papa venuto dai confini del mondo che ha saputo valorizzare l'immagine della marginalità”. Ed è proprio lì, in quel margine, che Francesco ha saputo costruire ponti. Ponti tra ricchi e poveri, tra credenti e non credenti, tra le grandi città e i borghi dimenticati, tra le nazioni e i popoli.
Il suo addio non è solo un lutto per la Chiesa. È la fine di una voce che ha osato dire cose scomode, ha abbracciato le fragilità e ha ricordato al mondo che l’umiltà è forza.
Se n’è andato il Papa che parlava come un pastore e pregava come un uomo. Se n’è andato chi ha fatto della sua voce un rifugio e delle sue scelte una bandiera della giustizia. Ma il suo cammino, come quello del Santo di Assisi, continua nei cuori di chi ha saputo ascoltarlo.
E allora, come ha scritto Franco Manes:
“Buon viaggio Francesco. Che la terra ti sia lieve. E che le montagne ti accolgano con lo stesso silenzio sacro con cui ci hai insegnato a camminare.”
In seguito alla proclamazione del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, anche la Valle d’Aosta si unisce al cordoglio collettivo aprendo un Registro delle condoglianze presso Palazzo regionale
Un gesto semplice ma carico di significato, che permette ai cittadini di esprimere pubblicamente il proprio affetto, rispetto e gratitudine per il Sommo Pontefice.
Ma cos’è esattamente un Registro delle condoglianze?
Si tratta di un libro o documento ufficiale messo a disposizione in occasione di eventi luttuosi che coinvolgono figure pubbliche di rilievo. Chiunque può firmarlo, lasciando un pensiero, un messaggio personale o semplicemente una firma, come segno di vicinanza. È uno strumento che rafforza il senso di comunità e di partecipazione civile in momenti delicati.
Il Registro sarà disponibile: fino alle ore 18 di oggi, nella Sala Maria Ida Viglino, a Palazzo regionale, in piazza Deffeyes ad Aosta.
Chi desidera può recarsi in questo luogo simbolico per lasciare il proprio messaggio. Alla chiusura del Registro, quanto raccolto verrà consegnato al Vescovo di Aosta, Monsignor Franco Lovignana, che lo porterà come testimonianza della vicinanza e dell’affetto della nostra comunità valdostana.