CULTURA - 20 aprile 2025, 18:35

Tra larici, fate e suoni ancestrali: torna CELTICA, il festival che trasforma la Val Veny in un sogno ad occhi aperti

Dal 3 al 6 luglio, il cuore pulsante della manifestazione sarà ancora una volta il Bosco del Peuterey, a 1.500 metri sul livello del mare

Tra larici, fate e suoni ancestrali: torna CELTICA, il festival che trasforma la Val Veny in un sogno ad occhi aperti

C’è un punto preciso, tra i larici millenari e le nebbie leggere che si alzano all’alba dal cuore della Val Veny, dove il tempo smette di scorrere come lo conosciamo. Qui, ogni estate, una porta si apre su un’altra dimensione: non è fantasia, non è finzione. È CELTICA, il festival che rende reale il sogno della cultura celtica, e che nel 2025 tornerà per la sua 29ª edizione, dal 3 al 6 luglio, ai piedi del Monte Bianco.

Il Bosco del Peuterey, cattedrale naturale a 1.500 metri d’altitudine, non è solo una location: è il cuore pulsante di un rito collettivo, antico e contemporaneo allo stesso tempo. Ogni edizione è un viaggio iniziatico tra note che sembrano emergere dalla terra, danze che sfidano la gravità e voci che raccontano storie che nessuno ha mai scritto ma che tutti riconoscono come familiari.

In questa edizione, CELTICA si arricchisce di una novità che profuma di legno e di mani sapienti: una nuova area dedicata alla rievocazione degli antichi mestieri valdostani. Saranno presenti artigiani, custodi di un sapere che sfugge al tempo e che si tramanda più per passione che per convenienza. Un’arte viva, pulsante, che dialoga in modo naturale con l’immaginario celtico fatto di pietra, fuoco e simboli.

A fare da contrappunto gastronomico e sensoriale, la collaborazione con Coldiretti e il Comune di Aosta porterà in scena – domenica 29 giugno in Piazza Chanoux – uno spettacolo in cui i sapori autentici della Valle d’Aosta danzeranno accanto a violini irlandesi e voci ancestrali. Non sarà una semplice degustazione: sarà una celebrazione della terra, della sua memoria e delle sue storie.

C’è qualcosa di profondamente artistico nel modo in cui CELTICA compone il suo universo: ogni elemento – dalla musica alle conferenze, dai riti alle animazioni – è parte di un grande affresco collettivo in cui lo spettatore è anche attore. Si entra per curiosità, si rimane per bellezza, si ritorna per bisogno.

Il riconoscimento europeo ricevuto ai Fantasy Awards come Best Venue non è un trofeo da esibire, ma il riflesso di un’identità forte, di un’esperienza che ha saputo parlare oltre confine, contaminando culture, unendo mondi.

CELTICA non offre una fuga dalla realtà, ma una riconnessione. Con la natura, con l’arte, con quel “sé antico” che spesso dimentichiamo nella frenesia del quotidiano. È un’arte che non si appende alle pareti, ma si respira, si tocca, si balla, si vive.

Per questo, ogni anno, migliaia di persone – valdostani, italiani, europei – si ritrovano come fratelli in un bosco magico, uniti da un semplice, potentissimo messaggio:
“Non ci sono estranei qui, solo amici che non abbiamo ancora incontrato.”

Giorgio Vallet

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