Le due piccole Aurora e Sophie, arrivate al mondo rispettivamente come l'ultima e la prima nata dell'anno, sono simbolo di una nuova speranza per la nostra comunità. Seppur i loro nomi siano ancora lontani dall'essere noti alla maggior parte delle persone, rappresentano la bellezza della vita che continua, nonostante le sfide e le difficoltà del nostro tempo. Aurora, venuta al mondo nel 2024, e Sophie, nata il primo gennaio 2025, sono i volti di un fenomeno che in Valle d'Aosta – come in gran parte del Paese – si fa sentire sempre più forte: il calo delle nascite.
Il numero complessivo di bambini nati nel 2024 in Valle d'Aosta è stato di 613, un dato che segna una preoccupante diminuzione rispetto ai 705 nati nel 2023. Tra questi 613, 301 erano maschi e 312 femmine, con una piccola ma significativa presenza di 12 gemelli. Questo calo è parte di un trend che sta interessando tutto il Paese, e che pone interrogativi su come il nostro sistema sociale e sanitario possa rispondere alle esigenze delle famiglie, ma anche su come le politiche di natalità possano essere ripensate e potenziate.
La medicina, in particolare la ginecologia, svolge un ruolo cruciale in questo contesto. Come ha sottolineato il Dott. Livio Leo, Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia al Beauregard di Aosta, "di fronte a questo trend di calo delle nascite, che coinvolge tutto il Paese, noi ginecologi possiamo agire su alcuni importanti fronti." Il primo di questi è il contrasto alla sterilità e infertilità, un problema che, seppur diffuso, trova un'adeguata risposta anche in Valle d'Aosta grazie al Centro di Fertilità regionale. Qui, le coppie in difficoltà nel concepire possono trovare supporto e trattamento, anche per quei casi complessi legati a precedenti terapie oncologiche. Il contrasto alla sterilità non è però l'unica sfida: "In particolare, il contrasto alle infezioni a trasmissione sessuale che sono tra i principali fattori di infertilità, sia femminile che maschile, in quanto possono dare origine ad alterazioni spesso irreversibili nel funzionamento degli organi della riproduzione", ha proseguito il Dott. Leo.
Le parole del medico pongono l'accento su una questione spesso trascurata: la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo la fertilità e la salute sessuale, soprattutto tra i giovani. Un'informazione che deve partire dal basso, dalla scuola, dalle politiche sanitarie e sociali, per educare alla prevenzione e al mantenimento di uno stile di vita sano, che favorisca la salute riproduttiva.
Anche i numeri legati ai parti cesarei, con una diminuzione del 6% dei tagli cesarei dal 36% al 30%, sono un aspetto positivo che dimostra l'impegno degli specialisti nell'offrire, quando possibile, soluzioni meno invasive, senza compromettere la sicurezza della madre e del bambino. Questo indica un miglioramento nella gestione dei parti, ma anche una consapevolezza crescente che una gravidanza sana si costruisce in sinergia tra medicina e prevenzione.
Aurora e Sophie, piccole e fragili creature, sono i simboli tangibili di un futuro che si interroga. Se da un lato la diminuzione delle nascite può sembrare un segnale di difficoltà, dall'altro è anche un invito a riflettere sul modo in cui la società risponde alle esigenze delle famiglie. La società, le politiche pubbliche e la medicina devono lavorare in sinergia per creare un ambiente che incoraggi e sostenga le nascite, proteggendo la fertilità e la salute dei cittadini, con un occhio di riguardo per i più giovani. Non basta più lanciare un allarme: occorre agire concretamente per garantire alle famiglie la possibilità di crescere senza timori, con il sostegno di un sistema che non solo protegga la vita, ma che ne promuova la crescita.