L'associazione Stampa Valdostana, il sindacato dei giornalisti valdostani aderenti alla Fnsi, ha lanciato un grido d'allarme, denunciando le recenti restrizioni che stanno mettendo in ginocchio il diritto fondamentale di cronaca nella nostra amata Valle d'Aosta.
In un comunicato stampa pervenuto oggi, l'associazione ha espresso la sua profonda preoccupazione per le misure che minano la libertà di informazione, gettando un'ombra oscura sull'intera comunità giornalistica.
Il tessuto democratico della nostra regione è stato violentemente strappato via da decisioni discutibili che sembrano provenire da un'epoca oscura e totalitaria. È inconcepibile che in un Paese che si definisce civile, il lavoro dei giornalisti venga ostacolato in maniera così sistematica e arbitraria.
La Valle d'Aosta, patria della libertà e dell'autonomia, ora rischia di essere ricordata come un luogo dove la voce della verità è soffocata dall'ombra del potere.
Le limitazioni imposte gettano una pesante cortina di ferro sulla professione giornalistica, rendendo praticamente impossibile per i nostri coraggiosi reporter svolgere il loro lavoro in modo efficace ed etico.
Con le mani legate e le bocche cucite, come possiamo pretendere che la verità emerga alla luce del giorno?
Come possiamo difendere la nostra democrazia se la sua colonna portante, la libertà di stampa, è minacciata e calpestata? Questa non è solo una battaglia dei giornalisti, ma una battaglia per tutti coloro che credono nei valori fondamentali della libertà e della trasparenza. È una battaglia che deve unire ogni singolo cittadino della Valle d'Aosta, perché il silenzio e l'indifferenza sono complici dell'oppressione.
L'Associazione Stampa Valdostana si rivolge alle istituzioni competenti, chiedendo un'immediata revisione di queste restrizioni assurde e un ritorno al rispetto dei principi democratici sui quali è fondata la nostra società.
Allo stesso tempo, invita i suoi membri e tutti i giornalisti coraggiosi a non chinare il capo di fronte a queste ingiustizie, ma a continuare la lotta per la verità e la giustizia con ancora più vigore e determinazione.
Il destino della nostra democrazia è nelle nostre mani. Non permettiamo che venga strappato via dalle grinfie del potere.
IL COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE STAMPA VALDOSTANA
Alessandro Mano, Presidente Asva
L'esercizio della professione giornalistica e il diritto dei cittadini ad essere informati, il cui valore è riconosciuto dalla Costituzione, in Valle d'Aosta rischiano di essere ostacolati da un incomprensibile atteggiamento di chiusura totale da parte delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente, in particolare sugli ultimi fatti di cronaca.
Le disposizioni previste dalla recente riforma Cartabia, dietro cui sempre più spesso le forze dell’ordine e la magistratura si riparano, non giustificano decisioni di questo genere, con un’interpretazione restrittiva e di totale chiusura dei rapporti con gli organi di informazione. In poco tempo, è stato cancellato del tutto un rapporto basato su diritti e doveri che si consideravano acquisiti, in un quadro democratico ormai consolidato.
La situazione, deterioratasi da mesi, è peggiorata ulteriormente negli ultimi giorni quando, su alcuni gravi e inquietanti fatti di cronaca - in parte tuttora irrisolti -, è calato un incomprensibile silenzio stampa, che oggi ha addirittura portato al divieto di ingresso per i giornalisti al Palazzo di giustizia di Aosta. È un fatto mai accaduto prima e che ha, tra le sue conseguenze più gravi, il proliferare di informazioni imprecise e di ricostruzioni fantasiose, alimentate dal silenzio degli inquirenti.
Per questo motivo - in un’ottica di totale collaborazione con le forze dell’ordine e con la magistratura inquirente - l'Associazione Stampa Valdostana, sindacato unitario dei giornalisti valdostani, chiede un confronto per trovare un equilibrio: occorre garantire, in un quadro di regole, di correttezza e di reciproche responsabilità (anche deontologiche) la qualità dell'informazione e l'esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini.
Il direttivo dell’Asva