Immaginate la scena: il Consigliere Paolo Sammaritani, indossa i pani di paladino dei diritti animali, fa vibrare le pareti del consiglio regionale con la sua retorica animalista, mentre l'Assessore alla sanità, Carlo Marzi, si contorce tra spiegazioni contorte e scuse da politico navigato.
Infatti, Sammaritani, consigliere della Lega, solleva il problema sottolineando che: "Oggi vengono considerati animali di affezione, non solo cani, gatti, pesci e piccoli volatili, ma anche conigli, furetti, cincillà, ecc. Vorremmo sapere se le strutture e i servizi del canile/gattile regionale siano adeguati al ricovero e alla cura di animali d'affezione diversi da cani e gatti; se sia intendimento del Governo regionale di adeguare queste strutture e la loro organizzazione, per consentire un'estensione dei servizi anche ad altre specie di animali di affezione".
E così ci troviamo di fronte a uno spettacolo tipicamente italiano: leggi che promettono il paradiso ma si rivelano poco più che una fanfara di vuote promesse. Quasi ci si aspetterebbe di vedere un gatto seduto al posto dell'Assessore, tanto è il balletto tra risposte burocratiche e mancanza di azione tangibile.
E poi c'è il povero coniglio, simbolo dell'ingiustizia di un sistema che sembra pensato solo per i pelosi a quattro zampe. Certo, un gatto o un cane abbandonato possono trovare rifugio e cure, ma per un coniglio o altri animaletti meno popolari, sembra che la strada sia tutta in salita, costretti a dipendere dalla buona volontà di volontari e cittadini che si sostituiscono alla pubblica amministrazione.
Il Consigliere Sammaritani, con la sua voce carica di delusione e sarcasmo, non può fare altro che constatare l'immobilismo della politica locale di fronte a una questione così urgente e umanitaria. E mentre il mondo va avanti, con le sue rivoluzioni e i suoi cambiamenti, sembra che in Valle d'Aosta il tempo si sia fermato a una fase preistorica, dove il benessere degli animali è ancora un concetto astratto.
Ma non temete, cittadini della Valle d'Aosta, perché anche se oggi la battaglia sembra persa, il futuro è ancora tutto da scrivere. Forse un giorno i conigli avranno diritto alla stessa dignità dei loro amici felini e canini, e forse un giorno potremo dire addio a questo teatrino burocratico e abbracciare finalmente un mondo in cui tutti gli animali, grandi e piccoli, pelosi e piumati, possano vivere in armonia e rispetto. Ma per ora, ci accontenteremo di ridere di questa commedia italiana che sembra non finire mai.





